Vincenzo De Luca va avanti come un treno sul terzo mandato e spacca il Pd. Martedì alle ore 15 si va in Aula in Consiglio regionale della Campania per votare un pacchetto di norme. Tra cui una nuova legge elettorale e il recepimento della legge nazionale che impone il limite dei due mandati per i presidenti di Regione. Il dossier è nelle mani di Giuseppe Sommese, calendiano di ferro e presidente della commissione Affari istituzionali della Regione Campania. Il blitz di De Luca mette in imbarazzo la segretaria Elly Schlein che due giorni fa in videocall con il gruppo campano del Pd è stata chiara: «Votate pure il terzo mandato, io De Luca non lo ricandido lo stesso». Parole che segnano un solco invalicabile.
Si apre una lunga fase di tensione tra il Nazareno e lo sceriffo salernitano che minaccia le dimissioni immediate, portando la Campania al voto in primavera. È una vera e propria prova di forza tra i vertici nazionali del Pd e il governatore campano.
L'accordo, almeno sul piano locale, sembra a portata di mano. Nonostante le divisioni nel fronte dem: ieri per ben tre volte la commissione per licenziare il testo sul terzo mandato è saltata per tre volte. In Aula martedì sarà recepita la legge sul limite del doppio mandato. De Luca spera così di agganciarsi al precedente di Zaia in Veneto: i due mandati si iniziano a calcolare dal momento del recepimento della norma. Dunque, per De Luca il secondo mandato sarebbe quello 2025-2030. C'è però un giallo, nel 2009 l'allora presidente della Regione Antonio Bassolino intervenne sulla materia, modificando la legge elettorale. Ora i giuristi devono sbrogliare la matassa: quel precedente vale come recepimento della norma sui due mandati? Per De Luca no, che però mette sul piatto una controfferta al Pd per votare il via libera al terzo mandato: l'introduzione della soglia di sbarramento al 2,5 % nella legge elettorale per l'accesso alla ripartizione dei seggi. Una tagliola per i piccoli che potrebbe favori i partiti maggiori. A dar man forte all'operazione terzo mandato di De Luca c'è il gruppo di Italia Viva che appoggia la norma. Non è escluso qualche aiutino anche dal centrodestra. Carmela Rescigno, consigliere regionale della Lega attacca: Pd asservito al potere di De Luca, Schlein ne prenda atto». E poi tutte le liste civiche sono allineate allo sceriffo, oltre ovviamente al partito di Carlo Calenda. Al netto dei posizionamenti locali, lo scontro tra Schlein e De Luca è ormai a livelli altissimi. L'ultima proposta di mediazione arrivata dai pontieri del Nazareno: votiamo il terzo mandato ma solo successivamente sarà indicato il candidato presidente che spetterà al Pd. Una proposta su cui si ragiona con un De Luca assediato nel Palazzo e intenzionato a tirare dritto. Per Schlein il caso Campania sta diventando scivoloso. I suoi, da Sarracino a Ruotolo, spingono per lo strappo definitivo. La segretaria, dopo la sconfitta in Liguria, non vuole aprire un altro fronte caldo.
Ma soprattutto in Campania l'uscita di scena di De Luca, spianerebbe la strada alla candidatura di Roberto Fico del M5s per la presidenza della Regione. E con i Cinquestelle in questo momento i rapporti non sono proprio idilliaci.
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