Quasi scontato che il governo presieduto dal professor Cottarelli non avrà la fidu ia el parlamento, ragion per cui si andrà al voto anticipato. Ma quando saremo chiamati di nuovo alle urne? Uscito dal faccia a faccia con Sergio Mattarella al Quirinale il presidente del Consiglio incaricato ha detto "dopo agosto", con i giornali che subito hanno scritto settembre o ottobre, ipotizzando anche alcune date legate allo scioglimento delle due camere. Ora, però, c'è chi torna a parlare del voto in piena estate. Entro la fine di luglio, per l'esattezza.
A dirlo è il senatore Andrea Marcucci, capogruppo del Pd a Palazzo Madama. "Se c'è l'accordo si può fare, evidentemente dopo la fiducia deve esserci lo scioglimento delle Camere, se si vuole arrivare al voto entro la fine di luglio" e per gli elettori esteri "il governo può fare un decreto". Con questo decreto ad hoc si risolverebbe il problema.
Il Nazareno fa sapere che il Partito democratico è pronto alle elezioni e ritiene che, a questo punto, il voto a fine luglio o comunque prima della pausa estiva sia la soluzione migliore.
Le date possibili, indicate da diverse forze politiche, sono quelle del 29 luglio o del 5 agosto. Per tornare alle urne entro questi termini è necessario che le Camere vengano sciolte già venerdì 1° giugno, altrimenti i tempi tecnici sarebbero troppo stretti per rispettare il timing stabilito dalla legge.
Il governo decide la data del voto
La
scelta della data delle elezioni spetta al governo che la decide, con una riunione del Consiglio dei ministri, in un arco temporale fissato dalla Costituzione che va dai 45 ai 70 giorni successivi lo scioglimento delle Camere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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