Mario Oliverio, l'ex governatore del Pd, rischia di finire sul banco degli imputati con l'accusa di peculato, a causa di un possibile uso improprio di 100mila euro di fondi della Regione Calabria.
Il gup di Catanzaro, il prossimo 10 marzo, dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio ribadita ieri dal pm Graziella Viscomi, che ha invocato il processo anche per l'ex parlamentare del Pd Ferdinando Aiello e per il promoter e rappresentante della Hdrà spa, Mauro Lucchetti.
La storia inizia nel luglio 2018, quando Oliverio 'investe' 95mila euro di fondi pubblici, destinati alla promozione turistica della Regione Calabria, per finanziare il format giornalistico 'I dialoghi di Paolo Mieli', inserito nel Festival dei due mondi di Spoleto, nel quale l'allora governatore viene intervistato dall'ex direttore del Corriere della Sera (estraneo all'inchiesta).
Oliverio, nei giorni precedenti, aveva presentato così la presenza della Regione al Festival: “Stiamo partecipando agli eventi che consentono di proiettare un'immagine positiva della Calabria. Spoleto è uno degli eventi più qualificati per lo spessore culturale che ha saputo affermare e per la partecipazione di autorevoli personalità del mondo della cultura, dell'arte, dello spettacolo, del giornalismo, della politica e delle istituzioni. È anche una vetrina per la proiezione delle peculiarità dei territori e dell'identità regionali. Quest'anno la Calabria occupa un posto centrale".
Per la Procura di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, quei 95mila euro non sarebbero però serviti per fare pubblicità alla Calabria, bensì per promuovere l'immagine stessa di Oliverio, che in quel momento già lavorava per ottenere la ricandidatura alla presidenza (il Pd ha poi scelto l'imprenditore Pippo Callipo, sconfitto lo scorso 26 gennaio dal centrodestra di Jole Santelli).
L'evento finanziato dalla Regione, scrivono gli inquirenti, “era un format giornalistico svoltosi a margine del festival spoletino, nel cui contesto non venivano promosse le attività turistiche regionali, bensì si realizzavano le interviste tipiche di un talk show”.
Sarebbe insomma stato “dissimulato l'uso del denaro pubblico per finalità di promozione turistica, utilizzandolo, al contrario, per fini personalistici”.
Quanto all'ex deputato Aiello, è ritenuto l'“istigatore e determinatore della condotta”, in quanto avrebbe messo in contatto Oliverio con la Hdrà, società romana specializzata in comunicazione e organizzazione di eventi, tra cui il format condotto da Mieli.
Oliverio, subito dopo lo scoppio dell'inchiesta, aveva anche subito il sequestro preventivo di 95mila euro.
L'indagine era stata chiusa lo scorso dicembre. Ieri, infine, la richiesta di mandare a processo l'ex presidente del Pd e gli altri indagati, mentre le difese ne hanno chiesto il proscioglimento. Ora toccherà al gup decidere.
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