Vo' Euganeo Adriano Trevisan è il primo morto italiano di coronavirus. Aveva settantotto anni ed era il padre dell'ex sindaco di Vo' Euganeo, nel Padovano, Vanessa Trevisan. Ora anche lei contagiata. Era stato ricoverato una decina di giorni fa all'ospedale di Schiavonia, località di Monselice. Titolare di una piccola impresa edile, era un muratore, e da tempo era in pensione. Era stato ricoverato perché i sintomi che aveva, facevano pensare a una grave forma influenzale.
Ma mercoledì scorso, le sue condizioni erano peggiorate. Così lui e un'altra persona di sessantasette anni, sempre residente a Vo' Euganeo, erano stati sottoposti al tampone faringeo e nel pomeriggio di venerdì era arrivato il responso: positivo.
Subito sono stati trasferiti entrambi nel reparto Malattie Infettive di Padova, Adriano non ce l'ha fatta e dopo poche ore è morto. I due pensionati si conoscevano, e frequentavano entrambi gli stessi due bar, ora chiusi con un'ordinanza del sindaco. Avevano una passione: giocare a carte in compagnia e passare i pomeriggi in tranquillità. Trascorrevano interi pomeriggi e serate a «batter il fante». Non erano mai stati in Cina e subito venerdì, come annunciato dal governatore del Veneto Luca Zaia che ha istituito l'unità di crisi, è stato attivato il cordone sanitario per cercare di ricostruire i loro contatti e chi avessero frequentato e visto. Tutti gli abitanti di Vo' Euganeo infatti saranno sottoposti a tampone. Sempre Zaia fa sapere che le indagini sul contagio al momento si concentrato su «un gruppetto di otto cittadini cinesi che erano soliti ritrovarsi nello stesso bar per giocare a carte». Ora, tra i dodici contagiati in Veneto, tra cui il deceduto, ci sono anche i parenti stretti di Adriano, tra cui la moglie e la figlia. Loro sono in isolamento fiduciario domiciliare e sono stati sottoposti a vigilanza quotidiana. Vanessa, una dei tre figli di Adriano Trevisan, era stata sindaco di Vo' Euganeo, durante l'amministrazione precedente, dal 2014 al 2019, sostituita ora da Giuliano Martini.
Vo' Euganeo ora è un paese sprofondato nel lutto, nel vuoto. Le autorità ipotizzano il cordone sanitario con l'utilizzo dell'esercito e le persone, chiuse in casa, chiedono informazioni sui social.
Le chat rimbalzano ogni minuto. La gente è allarmata. Anche nei comuni che distano chilometri, ci si chiede se sia il caso di festeggiare il Carnevale, di portare i figli a scout, di farli uscire. Aspettando che tutto questo passi presto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.