"In pensione a 64 anni? Scelta costosa ma equa”

Il presidente Inps Gabriele Fava: "Le riforme consolideranno il welfare, solidarietà generazionale necessaria"

"In pensione a 64 anni? Scelta costosa ma equa”

La politica lavora a consolidare il welfare, dal bonus Giorgetti benefici per pensionati e conti Inps, ma serve la solidarietà generazionale». Gabriele Fava guida l'Inps dal 18 aprile. In questi giorni è impegnato nel lancio della app Inps, che sarà consultabile come fosse quella di una banca. «Guardare il proprio estratto conto contributivo servirà a dare un cambio culturale sulla previdenza».

Gabriele Fava

Presidente, il sottosegretario Claudio Durigon sostiene che è possibile andare in pensione a 64 anni anche con il sistema misto. Tanto che la Lega intende proporre la riforma nella finanziaria 2026. È una proposta realistica? Quali effetti avrà sulle casse dell'Inps?

«Immagino si riferisca alla possibilità per gli assicurati che hanno contribuzione mista di accedere al canale della vecchiaia anticipata riservato attualmente soltanto ai contributivi puri che permette l'accesso alla pensione con 64 anni di età, 20 anni di contributi e una pensione almeno pari all'importo soglia previsto (3, 2,8 o 2,6 volte l'assegno a seconda dei casi) a condizione che si accetti il calcolo dell'assegno pensionistico con l'opzione al contributivo. Sarebbe una soluzione equa a livello individuale, determinerebbe però un profilo di spesa anticipata per la quale occorrerebbe trovare le risorse nelle pieghe della finanza pubblica».

Che cosa pensa del semestre di silenzio-assenso per trasferire il Tfr dei lavoratori ai fondi di previdenza complementare?

«Trovo sia un segnale di attenzione del legislatore allo sviluppo del secondo pilastro della previdenza. In ogni caso occorre intensificare le campagne di informazione soprattutto per i giovani che risentono più di tutti del sistema di calcolo contributivo e della saltuarietà dei percorsi professionali e previdenziali».

È vero che state pensando di reintrodurre un fondo di previdenza complementare Inps?

«È un'idea ragionevole, ma ci rimettiamo alle decisioni di governo e Parlamento».

Di quanto dovrebbe aumentare lo stipendio medio per consentire di mantenere un livello di pensione accettabile, visto che il sistema contributivo taglia drasticamente l'entità dell'assegno?

«Il sistema di calcolo contributivo cambia il paradigma rispetto al metodo retributivo. È dunque importante avere da subito, e non solo negli ultimi anni di lavoro, una retribuzione adeguata. I requisiti pensionistici attuali, maggiormente stringenti rispetto al passato, determinano un periodo di contribuzione più amplio che permette di ottenere tassi di sostituzione comparabili con quelli del passato. La chiave di volta è favorire l'aumento dell'occupazione attraverso il rilancio della competitività delle imprese che porterà verso il miglioramento della produttività».

Lei ha dichiarato di voler trasformare l'Inps in una sorta di hub nazionale del welfare. Quali professionalità mancano ancora?

«Con oltre 440 prestazioni socio-assistenziali e previdenziali, una presenza capillare sul territorio attraverso 660 tra uffici territoriali e sportelli, l'Inps già oggi rappresenta il vero hub del welfare del Paese. Non mancano professionalità nuove, ma occorre che la pubblica amministrazione diventi maggiormente attrattiva per i giovani. C'è invece un problema di sottodimensionamento del personale, soprattutto in alcune regioni. Il mio obiettivo è portare in Istituto i migliori professionisti, soprattutto giovani, in tutte le aree del Paese anche quelle con un costo della vita più alto e dove la concorrenza con il privato si fa sentire. Dobbiamo mettere in campo tutte le iniziative possibili per un ricambio virtuoso tra generazioni garantendo condizioni di stabilità sui territori dei giovani che cresceranno e saranno formati dai senior in un'ottica di solidarietà generazionale; giovani ai quali bisogna consentire il giusto balance tra vita personale e professionale attualizzando il costo della vita. Un approccio che faciliterà anche il reshoring dall'estero».

L'età media dei pensionati si sta elevando apparentemente senza soluzione di continuità. Quali effetti avrà sui conti?

«L'età effettiva di pensionamento è aumentata quale conseguenza di un innalzamento dei requisiti pensionistici ma anche per scelte individuali dei lavoratori, entrambe determinate dall'aumento dell'aspettativa di vita. Con il sistema di calcolo contributivo, infatti, ritardare volontariamente il pensionamento permette di ottenere importi di pensione più elevati per effetto dell'incremento del montante contributivo e del più favorevole valore del coefficiente di trasformazione. È giusto dare l'opportunità a chi vuol continuare a lavorare di farlo con una retribuzione e con la possibilità di aumentare i contributi, come previsto dalla legge di bilancio 2025 nel caso dei dipendenti pubblici anche oltre l'età di vecchiaia, con l'accordo dell'amministrazione di appartenenza. La legge di bilancio incoraggia inoltre i pensionati che rinunciano alla pensione prima dell'età di vecchiaia pur avendo i requisiti per l'anticipata attraverso il cosiddetto bonus Giorgetti che permette di avere in busta paga, esentasse, la quota di contributi previdenziali a proprio carico. Sarà un beneficio per l'Inps ma lo sarà soprattutto per i pensionati».

A proposito di invalidità, qualcuno lamenta tempi per la verifica fuori misura e differenze incomprensibili tra città della stessa Regione, vedi la differenza abissale tra Cagliari e Sassari.

«Da gennaio a settembre 2024 sono giunte 2.259.820 domande di accertamento di invalidità civile, cecità, sordità e legge 104 un numero leggermente inferiore allo stesso periodo del 2023, 2.294.612. Per quanto riguarda i tempi di verifica e le differenze tra province effettivamente si evidenziano differenze, ciò avviene dove l'attività di prima visita è svolta dall'Asl e l'Inps interviene nella seconda fase della procedura. Con la riforma della disabilità voluta dalla ministra Locatelli, dal gennaio 2026 tutta la procedura sarà affidata all'Istituto e avremo tempi più veloci. Già a partire da gennaio partirà la sperimentazione in 9 province. Per avviarla e sopperire la carenza di personale abbiamo previsto l'assunzione di 1.069 medici: al bando oltre 4000 candidati. I nuovi medici saranno assegnati alle sedi più in difficoltà».

Qual è l'incidenza del Pil sulle pensioni, depurata delle misure assistenzialiste e di welfare puro? È in linea con l'Europa?

«L'incidenza della spesa pensionistica rispetto al Pil si è attestata nel 2023 al 15,6%, uno dei valori più elevati d'Europa anche se va contestualizzato rispetto al livello delle prestazioni corrisposte e all'elevato livello di contribuzione. Non mi piace fare ragionamenti sulla separazione della spesa tra previdenza e assistenza e ritengo che la componente inclusa nella spesa pensionistica che potrebbe essere depurata non cambierebbe nella sostanza della situazione. L'unicum di Inps a livello globale è rappresentato proprio dal gestire assieme previdenza e assistenza, una caratteristica cui si lega un grande progetto di informazione e che già oggi ha consentito di dare risposte concrete a tutti gli italiani durante la pandemia. Tale approccio, perseguito oggi dalle agenzie assicurative private, rappresenta anche la base del welfare generativo su cui sto costruendo il mio mandato».

Cosa suggerirebbe a un ragazzo di 30 anni per avere un assegno più dignitoso? E a uno di 40? E di 50 anni?

«Di curare il proprio salvadanaio previdenziale, ed essere attenti al proprio estratto conto contributivo. C'è bisogno di un cambio culturale sulla previdenza. Così come consultiamo frequentemente il nostro conto in banca tutti coloro che rientrano nel sistema contributivo puro devono abituarsi a controllare frequentemente la propria posizione previdenziale. Per questo a novembre è partito un educazione previdenziale con il primo podcast diffuso in tutte le scuole superiori grazie ad un accordo con il ministero dell'Istruzione e del merito.

Nel 2025 andremo nelle università, negli istituti di istruzione e formazione professionale, nelle scuole militari, nelle imprese per parlare di previdenza. Coinvolgeremo anche i nonni chiedendo loro di darci una mano a parlare ai nipoti sull'importanza di avere una buona pensione».

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