Perdita o cambiamento dell'olfatto, del gusto, dell'appetito, febbre, nuova tosse persistente, brividi e dolori muscolari. Sono i 7 sintomi che insieme hanno la maggiore conferma (sensibilità al 74%) in un tampone PCR sulla positività per Covid. Quelli legati a gusto e olfatto, la tosse e la febbre sono attualmente utilizzati nel Regno Unito, per determinare l'idoneità per il test PCR di comunità. É il risultato di una ricerca dell'Imperial College di Londra, condotta tramite tamponi faringei e nasali su 1.147.345 volontari di età pari o superiore a 5 anni, tra giugno 2020 e gennaio 2021.
Fin dall'inizio della pandemia è stato chiaro ai medici quanto sia fondamentale il rilevamento rapido dell'infezione da SARS-CoV-2, per garantire un controllo efficiente della trasmissione. L'articolo di Marc Chadeau-Hyam e Paul Elliott, pubblicato sulla rivista PLOS Medicine, sottolinea che, alla luce di questi risultati, verrà proposto di estendere l'elenco dei sintomi utilizzati per il triage a tutti e 7 i sintomi identificati. L'obiettivo è «migliorare i tassi di rilevamento della positività e aumentare il controllo della trasmissione virale tramite misure di isolamento».
Per il professor Paul Elliott, docente di epidemiologia e salute pubblica, infatti, «questi risultati suggeriscono che molte persone con Covid non verranno testate, e quindi non si autoisolano, perché i loro sintomi non corrispondono a quelli utilizzati nelle attuali linee guida sulla salute pubblica, per aiutare a identificare le persone infette. Comprendiamo che sono necessari criteri di test chiari e che includere molti sintomi, che si trovano comunemente in altre malattie come l'influenza stagionale, potrebbe portare le persone ad autoisolarsi inutilmente. Spero che i nostri risultati su questi sintomi conclude - significhino che il programma di test possa sfruttare le prove disponibili, contribuendo a ottimizzare il rilevamento delle persone infette».
Uno dei problemi principali, infatti, è la confusione che può crearsi con sintomi unici, che di solito indicano semplici malanni di stagione, e con le modifiche legate alle varianti: la Delta porta a malesseri soprattutto nelle alte vie aeree. Ma il primo campo di prova è l'influenza, che lo scorso anno è stata quasi inesistente per le chiusure e che quest'anno potrebbe tornare a livelli importanti. Da qui gli appelli alla vaccinazione antiinfluenzale anche con la somministrazione contemporanea con la terza dose, che vede le posizioni favorevoli di Società Scientifiche e Istituzioni internazionali.
Per quanto concerne l'eventuale confusione tra i sintomi influenzali e da Covid, a cominciare dalla febbre, Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg), suggerisce l'utilizzo di «tamponi combo, che danno risposta in tempo reale: hanno un doppio reagente, uno per test Covid antigenico e uno per i virus antinfluenzali, che abbiamo iniziato a utilizzare negli studi dei medici di famiglia già lo scorso anno».
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