«Il miglior modo per affossare la verità è farci una commissione d'inchiesta (ride)». Un parlamentare di lungo corso dà un'occhiata alle costituende commissioni d'inchiesta della legislatura numero diciannove: disagio delle periferie, amianto e mancate bonifiche, condizioni di lavoro e fenomeni come la pedofilia, con le inchieste dalla Bassa modenese a Bibbiano passando per il Forteto. Il Pd ne chiede una sull'omicidio irrisolto di Simonetta Cesaroni, di cui si è occupata anche la commissione Antimafia. La Procura a Roma indaga dopo le rivelazioni del criminologo Carmelo Lavorino a Frontedelblog. Nei prossimi giorni dovrebbe essere depositata la richiesta di una commissione sui depistaggi dietro la strage di via D'Amelio a Palermo del 19 luglio 1992 dove morì il giudice Paolo Borsellino. Ci sarà sicuramente la commissione d'inchiesta sul Covid, invocata anche dal premier Giorgia Meloni al suo insediamento, per fare chiarezza su chi «si è arricchito illecitamente grazie a mascherine e respiratori» e su come è stata gestita l'emergenza dal governo di Giuseppe Conte.
Secondo le informazioni raccolte dovrebbe essere monocamerale: «Con il taglio dei parlamentari e il caos sulle commissioni permanenti sarebbe impossibile organizzare un calendario», dice chi conosce bene l'Aula. A guidarla un esponente dell'opposizione: plausibile che la presidenza vada a Italia viva-Azione, ma prima bisognerà aspettare il risiko sulle tre commissioni di controllo (Antimafia, Copasir e Vigilanza Rai) tra Pd, Cinque stelle e Terzo polo. Le conclusioni in questo caso potrebbero intrecciarsi con quelle dei pm. A brevissimo infatti la Procura di Bergamo dovrebbe chiudere le indagini per epidemia colposa e omicidio colposo. Si parte dalla mancata applicazione del piano pandemico e la mancata chiusura della Zona rossa tra Alzano e Nembro, che si basa sul report occultato dall'Oms e ritrovato dal consulente dei legali delle vittime della Bergamasca Robert Lingard e sull'analisi del neo deputato Pd Andrea Crisanti, che avrebbe fornito ai pm le prove del rapporto eziologico tra la mancata chiusura e i morti record.
Dal 1951 di commissioni ce ne sono state un'ottantina, con conclusioni molto discusse, dall'omicidio di Ilaria Alpi alla tragedia della Moby Prince fino al rapimento di Aldo Moro o a quella sulla P2, guidata da Tina Anselmi. Sono organi giurisdizionali che si muovono nel perimetro previsto dall'articolo 82 della Costituzione, con gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria. Il rischio è che diventino organismi funzionali ad affermare una verità «politica» o a smontare le conclusioni delle indagini giudiziarie, legate da un duplice filo rosso: rapporti tra politica e magistratura e depistaggi realizzati da manine più o meno abili. Il tipico esempio è la strana morte del manager Mps David Rossi.
Due le richieste di commissione già depositate: quella dell'ex presidente della commissione Pierantonio Zanettin di Forza Italia (nella foto), che al Giornale dice «doveroso andare avanti, visti i risultati raccolti», e quella di Walter Rizzetto (Fdi), uno dei più agguerriti componenti della commissione, convinto che le indagini della Procura di Siena - che hanno escluso qualsiasi altra pista diversa dal suicidio - «siano state inficiate da condotte che hanno compromesso l'accertamento dei fatti».
L'altra sera lo speciale delle Iene avrebbe ricevuto anche i complimenti di Palazzo Chigi e l'impegno a fare luce in Parlamento su una verità evidentemente fin troppo scomoda pure per i pm. Col rischio di inasprire ancora di più i rapporti tra esecutivo e magistratura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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