Permessi di soggiorno facili e duecentomila euro in contanti in casa. Scoppia lo scandalo a Bologna e al centro del caso c'è Fabio Loscerbo, che nel 2019 si era candidato a sindaco di Malalbergo prendendo meno del 3% e che in questi mesi aveva espresso il proprio sostegno al governatore dem uscente Stefano Bonaccini.
Di professione avvocato, specializzato nelle pratiche in materia di immigrazione, è finito in manette e dunque alla misura cautelare degli arresti domiciliari con le accuse di falso ideologico in atto pubblico per induzione in errore, contraffazione, utilizzo di documenti al fine di determinare il rilascio del permesso di soggiorno e favoreggiamento della permanenza in clandestinità nel territorio italiano.
Da quanto si apprende, nel solo 2018 Loscerbo avrebbe presentato più di 800 istanze di fissazione di appuntamento "per altrettanti cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, molti dei quali risultavano provenire da varie parti d’Italia, che avevano fittiziamente trasferito il proprio domicilio nel territorio della provincia di Bologna per poter presentare la propria istanza alla locale Questura".
Il legale 39enne è finito nei guai assieme a Farouk Zoghlami, tunisino di 57anni che gli inquirenti considerano essere il suo complice. Per ogni pratica, i due si mettevano in tasca una somma tra i trecento e i cinquecento euro. Le indagini scattarono nell’estate del 2018, su una segnalazione dell'ufficio immigrazione, insospettito da una crescita anormale delle richieste di protezione e asilo politico.
La polizia di Stato eseguendo perquisizioni personali e domiciliari nei confronti dei due imputati ha rinvenuto, nell'abitazione dell’avvocato, banconote per un totale di circa 200mila euro.
La Questura avrebbe spiegato che attraverso il passaparola si era sparsa la notizia che sarebbe bastato rivolgersi a quell'avvocato del capoluogo emiliano per ottenere facilmente i documenti per un regolare permesso di soggiorno. Loscerbo, infatti, si "vantava di gestire la fissazione degli appuntamenti tra le diverse Questure dell’Emilia-Romagna a seconda di quella che, a suo dire, in determinati momenti storici sembrava fare controlli più o meno approfonditi sui documenti".
Durissimo il commento di Matteo Salvini: "Che schifo! Arrestato a Bologna per
giro di permessi falsi ai clandestini, beccato con 200mila euro in contanti in casa! Bell'esempio di campione della sinistra buonista dei porti aperti...per mangiarci su!! Vergogna dell'Emilia-Romagna e dell'Italia".
CHE SCHIFO!
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) January 20, 2020
Arrestato a Bologna per giro di permessi falsi ai clandestini, beccato con 200mila euro in contanti in casa!
Bell'esempio di campione della sinistra buonista dei porti aperti... per MANGIARCI SU!
Vergogna dell'Emilia-Romagna e dell'Italia. pic.twitter.com/tesXdpurXq
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