Semplificare il sistema per arrivare all'obiettivo finale: cancellare i colori tornando ad un'Italia «unita» dove circolare liberamente. La proposta messa ieri sul tavolo dalla Conferenza delle Regioni prevede l'eliminazione di alcuni indicatori (la capacità di contact tracing; la percentuale dei sequenziamenti del genoma del virus; l'allerta regionale per la trasmissione diffusa); un ridimensionamento del peso dell'indice di trasmissione Rt; un peso maggiore invece per gli indicatori sull'occupazione dei posti letto sia in ricovero ordinario sia in terapia intensiva, Rt ospedaliero. Per i governatori deve aumentare anche il peso del parametro dell'incidenza del numero dei casi su 100mila abitanti basandolo «progressivamente» su uno standard minimo di tamponi: se si fanno pochi tamponi l'incidenza inevitabilmente sale. Quindi almeno 500 tamponi su 100mila abitanti per un'incidenza pari a 250 contagiati. Almeno 250 tamponi per un'incidenza tra 150 e 249; 150 per un'incidenza inferiore a 149 fino a 50 e infine 100 per un'incidenza inferiore a 50.
A partire da metà giugno anche per un'incidenza tra 150 e 249 casi per 100mila abitanti che comporterebbe l'ingresso in fascia arancione si chiede invece di valutare il tasso di occupazione delle strutture sanitarie. Se la regione con quell'incidenza ha più del 30 per cento delle terapie intensive e del 40 per cento dell'area medica occupata da casi Covid allora deve essere rossa. Ma se i posti letto occupati invece sono pari o al di sotto del 20 per cento per le terapie intensive e del 30 per cento per l'area medica allora la regione dovrebbe restare zona gialla.I governatori sollecitano una decisione in questo senso entro questa settimana.
«Abbiamo proposto di modificare l'Rt, che rischia di esser distorsivo quando ci sono pochi contagi, privilegiando l'incidenza e l'occupazione dei posti di terapia intensiva» dice il presidente del FVG e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga nell'ottica «di superare addirittura la divisione in zone delle regioni se la situazione lo permetterà». L'auspicio è che si raggiunga il traguardo entro metà giugno in vista della stagione turistica.
Sulla modifica del sistema degli indicatori il governo è d'accordo. A confermarlo il ministro della Salute, Roberto Speranza. «Il modello adottato in questi mesi ha funzionato e ci Ora stiamo lavorando ,con l'Istituto superiore di sanità e con le Regioni per adeguare il modello immaginando una maggiore centralità di indicatori quali l'incidenza e il sovraccarico dei servizi ospedalieri» dice Speranza che però al momento frena su un deciso taglio del numero degli indicatori e del sisetma a colori perché, spiega, è necessario «salvaguardare l'uso di sistemi di allerta precoci che possano consentire interventi adeguati e tempestivi sempre differenziando tra diversi territori».
Anche sul coprifuoco si registra l'apertura del presidente del Consiglio Supriore di Sanità, Franco Locatelli: «Credo che ci sia il margine per uno slittamento dell'orario di restrizione degli spostamenti. Se saranno le 23 o le 24 è una scelta che spetta alla politica», dice Locatelli. È invece il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa a confermare che comunque «l'abbandono dei colori e il passaggio a zone di rischio (alto, basso, moderato) è un'ipotesi alla quale si sta lavorando, il Cts sta elaborando i dati». Quindi sì ai cambiamenti possibili grazie al buon andamento della campagna vaccinale ma con gradualità
Fedriga spiega che per le regioni è importante «avere parametri chiari, fortemente semplificati, ed in grado di generare automatismi per quel che riguarda gli scenari che coinvolgono le attività
sociali ed economiche». Si ritiene possibile raggiungere questo obbiettivo superando «l'attuale incidenza dell'Rt sintomatici come parametro guida a vantaggio del tasso di incidenza e del tasso di occupazione dei posti letto»
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