Far ripartire la campagna vaccinale in un paio di giorni non è come dirlo. Tra quarte dosi agli over 60 e richiami agli over 80 da recuperare, a mettersi in fila saranno 12 milioni di persone. Un po' meno se si escludono quelli appena guariti dall'infezione. Con un imperat, dettato da Ema e dalle autorità sanitarie: non perdere tempo.
Reclutati in poche ore medici e infermieri per organizzare i turni delle prossime settimane. Il generale Tommaso Petroni, direttore Unità completamento campagna vaccinale, per conto del Ministero della Salute, ha inviato alle regioni le linee guida per il piano di mezza estate. Con l'obbiettivo di vaccinare almeno 100mila persone al giorno.
Stavolta non si punta tutto solo sui grossi hub vaccinali come nelle scorse ondate ma si utilizzerà un «modello misto». Cioè, oltre ai centri vaccinali (uno ogni 50mila abitanti), ci si potrà prenotare in alcuni presidi ospedalieri, nelle case della salute, nello studio dei medici di medicina generale e nelle farmacie.
La macchina della campagna vaccinale parte senza esitazione, forte delle scorte di vaccini già stoccate nei magazzini. L'Unità per il completamento della campagna vaccinale provvederà ad approvvigionare i vaccini e i kit di somministrazione, a sovraintendere alla distribuzione, a monitorare i fabbisogni delle varie regioni e a colmare le eventuali carenze.
E poi ovviamente non potrà mancare la comunicazione per spronare la gente a vaccinarsi prima di partire per le vacanze senza tuttavia diffondere allarmismi inutili. Uno dei dubbi da fugare riguarda l'efficacia dei vaccini. Sapendo che in autunno arriveranno i nuovi sieri aggiornati sulle nuove forme di virus, molti temporeggiano e chiedono come mai si debbano sottoporre ora all'iniezione con il vaccino «vecchio». Sarà pur «vecchio» ma - soprattutto nelle persone over 60 con un sistema immunitario più debole - è fondamentale per tenere gli anticorpi accesi, traghettare fino a ottobre-novembre e ad evitare forme gravi di infezione.
Altro luogo comune che andrà sfatato nella campagna di comunicazione è l'idea che non ci sia da preoccuparsi perchè è estate e il virus evapora più facilmente. Questa convinzione poteva andare bene fino all'anno scorso, ma il Covid ha imparato ad adattarsi e a vivere anche con temperature elevate. Per di più quest'anno non abbiamo addosso la mascherina e la diffusione dei contagi è impennata, raggiungendo un tasso di positività del 26,8 (ieri con 110.168 nuovi casi e 106 decessi). In aumento, con 102 ingressi nuovi, anche i ricoveri, in attesa che la curva si pieghi e cominci a calare.
Al momento siamo ancora nella fase pre-picco, con i certificati medici per Covid quintuplicati nella prima settimana di luglio. Un aumento che appare ancora più importante considerando che «nel 2021 gli stessi certificati venivano emessi anche per le persone che non avevano contratto il Covid, ma che erano stati a contatto con positivi» spiega la Federazione dei medici di medicina generale.
I medici di famiglia danno «piena disponibilità» alla realizzazione del piano quarte dosi ma chiedono di poter fermare l'ondata non solo tra chi è più a rischio ma tra chi «produce».
«Vorremmo il recupero delle seconde e delle terze dosi mai fatte» spiega Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg, aspettandosi di ricevere, assieme al booster per gli over 60, anche le fiale da somministrare ai più giovani che, seppure non si ammalino in modo grave, è bene che non blocchino le attività produttive tra isolamenti e quarantene.
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