Il piano del Pd per votare lo ius soli: convincere Alfano a lasciar l'Aula

Uscendo dall'Aula, gli alfaniani abbasserebbero il quorum. La legge potrebbe passare con chi ci sta. Ma Lupi: "Non lo faremo mai"

Il piano del Pd per votare lo ius soli: convincere Alfano a lasciar l'Aula

L'ipotesi sul tavolo è quella di accelerare. Di spingere sullo ius soli prima che la legge di stabilità approdi nell'Aula a palazzo Madama. L'ipotesi si sta facendo strada nel gruppo dem al Senato. "Ma - spiegano fonti parlamentari - sono comunque in corso le verifiche sui numeri". Il "piano A" prevede il ricorso alla fiducia sul testo attuale che però è contrastato (e non poco) dai centristi. E, per questo, stanno cercando di costruire una maggioranza affinché, anche senza i voti di una parte di Ap, il provvedimento possa passare. Il "piano B", invece, è quello di arrivare, così come chiedono i centristi, a una modifica del testo ma l'iter sarebbe molto più complicato in quanto sarebbe necessario un nuovo passaggio alla Camera. Infine, c'è una terza strada: secondo la Stampa, i dem starebbero cercando di convicnere Angelino Alfano e i suoi a uscire dall'Aula al momento del voto abbassando così il quorum e permettendo allo ius soli di passare coi voti di chi ci sta.

Alternativa popolare insiste sulla necessità di partire dallo ius culturae. "Ma - sottolinea chi nel partito sta trattando sul tema - occorre considerare per intero il percorso dell'obbligo". Da tempo i centristi hanno detto "sì" a un eventuale emendamento del governo in questa direzione. Lo ius culturae al momento prevede che i minori stranieri nati nel nostro Paese o arrivati entro i dodici anni di età possano diventare italiani dimostrando di aver frequentato regolarmente almeno cinque anni di percorso formativo. Su questa tesi, con eventuali cambiamenti, si è attestato formalmente tutto il gruppo. Ma il Pd sta provando a vedere se ci sono le condizioni per una accelerazione. "Contiamo - riferiscono fonti parlamentari - sulla moral suasion del Vaticano e su eventuali contro partite, dalla legge elettorale (la soglia del 3% in alcune regioni) alla legge di bilancio".

La partita resta incerta, anche se il premier Paolo Gentiloni, nei suoi incontri, va ripetendo che il dossier è sempre sul tavolo. E lo stesso Luigi Zanda è convinto della necessità di portare a casa la legge secondo cui "i bambini nati in Italia da genitori stranieri possono acquisire la cittadinanza italiana se uno dei genitori è titolare di diritto di soggiorno illimitato oppure di permesso di soggiorno dell'Unione Europea per soggiornanti di lungo periodo". "Sarebbe un segnale anche politico", osservano all'interno del Pd. Ovvero una mano tesa a Pisapia che da tempo preme per l'approvazione del testo. Da qui la proposta di compromesso lanciata agli alfaniani. "Lasciate che portiamo il testo in Aula, che lo votiamo con chi ci sta - è il messaggio mandato al leader di Ap - voi dateci una mano uscendo dall' Aula, abbassando i numeri per ottenere una maggioranza".

Nel partito del Nazareno, insomma, si sta facendo strada la convinzione della necessità di provare a chiudere il cerchio. Una settantina di parlamentari hanno iniziato lo sciopero della fame. Tra questi il ministro Graziano Delrio che ieri è andato a Palazzo Chigi e poi dagli studi di Porta a Porta ha rilanciato la battaglia sul piano dei valori. "Questo voto è di coscienza individuale dei parlamentari - ha spiegato - e non ci sarà la maggioranza in Parlamento amen".

Maurizio Lupi, coordinatore nazionale di Alternativa popolare, respinge qualsiasi manovra parlamentare: "Non voteremo mai la fiducia posta su un tema così delicato e che non è nel programma di governo né - ribadisce - usciremo dall'Aula".

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