Pifferi non è pazza: ora rischia l'ergastolo

La perizia del tribunale: "Capace di intendere". Test in carcere "inaffidabili" e psicologhe "inattendibili"

Pifferi non è pazza: ora rischia l'ergastolo
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Alessia Pifferi (nel tondo) è capace di intendere e di volere. Lo ha stabilito la perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'assise di Milano e depositata ieri. Ora per la donna accusata di aver lasciato morire di sete e di fame la figlia di 18 mesi è più vicina la condanna all'ergastolo. La 38enne è accusata di omicidio volontario pluriaggravato e l'infermità mentale, se fosse stata dimostrata, era l'unica possibilità per lei di evitare il carcere a vita.

La perizia è stata affidata dal giudice Ilio Mannucci Pacini allo psichiatra forense Elvezio Pirfo, che si è occupato tra l'altro del caso Cogne. Verrà discussa in aula il 4 marzo. Alessia Pifferi, difesa dall'avvocato Alessia Pontenani, nel luglio 2022 lasciò la piccola sola in casa per sei giorni con poca acqua e niente cibo per andare dal fidanzato. «Al momento dei fatti - scrive il perito in un passaggio della relazione - ha tutelato i suoi desideri di donna rispetto ai doveri di accudimento materno verso la piccola Diana e ha anche adottato un'intelligenza di condotta viste le motivazioni diverse delle proprie scelte date a persone diverse». Per l'esperto, l'imputata non ha «disturbi psichiatrici maggiori», né «gravi disturbi di personalità». Le conclusioni sono in linea con quanto sostenuto dal pm Francesco De Tommasi e dal suo consulente.

Le due psicologhe del carcere di San Vittore che per mesi hanno seguito la donna (e che sono indagate per falso e favoreggiamento in un procedimento parallelo) avevano dichiarato che ha un deficit cognitivo. A questo proposito Pirfo parla di un parere che «non può essere ritenuto attendibile e compatibile con le caratteristiche mentali e di personalità dell'imputata per come emergono dagli ulteriori atti del procedimento e dall'osservazione peritale». Nelle conclusioni della perizia si legge che la 38enne «ha vissuto il proprio contesto familiare e sociale di appartenenza come affettivamente deprivante e tale da indurre una visione del mondo ed uno stile di vita caratterizzati da un'immagine di sé come ragazza e poi donna dipendente dagli altri (ed in particolare dagli uomini)». La sua personalità è caratterizzata da «alessitimia, incapacità cioè di esprimere emozioni e provare empatia verso gli altri». Durante i colloqui con il perito Alessia Pifferi ha dichiarato: «Il problema è che la mia mente si è spenta, si è proprio distaccata dal ruolo di mamma». E poi: «Oggi mi sento un cattiva madre». Mentre al suo legale aveva detto: «Non sono un'assassina e non ho mai voluto fare del male a mia figlia». L'avvocato Pontenani ha avvisato personalmente la propria assistita del risultato della perizia e l'imputata ha pianto.

«Con questa perizia è ergastolo sicuro - sottolinea il legale -. Ma confido nella Corte d'assise. Ritengo che il clima sia ormai viziato dal fatto che il pm ha indagato me e le psicologhe, cosa che ha intimorito tutti».

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