Nessuna sorpresa. Il risultato del voto popolare sulla riforma costituzionale ha superato le aspettative del Cremlino: il 78 per cento dei cittadini si è pronunciato a favore delle modifiche alla Legge fondamentale, che consentiranno a Vladimir Putin di rimanere potenzialmente al potere fino al 2036. Sempre che venga confermata la regolarità delle operazioni di voto, visto che l'opposizione denuncia una consultazione truccata. «Un trionfo», ha commentato il portavoce del Cremlino. Putin ha ringraziato i russi per «il sostegno e la fiducia»
Altrettanto importante per la leadership russa il dato sull'affluenza, che si è attestata al 65 per cento. L'annullamento del vincolo del secondo mandato consentirà al presidente di ricandidarsi per altre due tornate di sei anni. Un traguardo importante per Putin, soprattutto ora che con la pandemia ha subìto il calo più significativo della sua (sempre alta) popolarità.
Il voto popolare è stato spalmato su un'intera settimana e con varie modalità, anche on line a Mosca e nella regione di Nizhnij Novgorod. Una procedura che ha attirato molte critiche, perché secondo alcuni giornalisti e attivisti si presterebbe facilmente a brogli e manomissioni del voto. In tutte le regioni della Federazione l'elettorato ha appoggiato la riforma che introduce una vera e propria nuova Costituzione, di fatto consolidando il potere di Putin. Unica eccezione è stata la regione autonoma russa di Jamalo-Nenets, dove il 54,5 per cento ha votato contro la riforma. Sorprendenti i risultati di Mosca e San Pietroburgo, le due roccaforti del sentimento anti-Putin: nella capitale ha votato sì oltre il 65 per cento degli elettori, mentre a Pietroburgo quasi l'80 per cento. L'opposizione ha subito denunciato manipolazioni. Il principale oppositore politico, Aleksei Navalny, ha definito i risultati annunciati della Commissione elettorale centrale come «falsità ed enormi bugie». A suo dire, le cifre diffuse «non hanno nulla a che fare con l'opinione dei cittadini russi» e per questo il plebiscito orchestrato dal Cremlino è «illegale». Sulle presunte irregolarità del voto vuole fare luce anche l'Ue. «Si tratta d accuse serie», sostiene il portavoce della Commissione Europea per gli Affari Esteri, Peter Stano. L'Ue si «rammarica» che non sia stata consentita un'adeguata campagna elettorale, che avrebbe permesso alla popolazione di informarsi a dovere.
«Ci sono notizie - afferma Stano - di irregolarità durante il voto, tra cui voto forzato, voti doppi, violazioni della segretezza del voto e notizie di violenza da parte della polizia nei confronti dei giornalisti presenti per osservare. Ci aspettiamo che su queste accuse si indaghi a dovere». Preoccupazione per le notizie su possibili manipolazioni del voto è stata espressa anche dagli Stati Uniti.
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