Arrivano ieri dal Consiglio superiore della magistratura due decisioni destinate ad avviare un'ampia riorganizzazione della procura della Repubblica di Milano: con il capo Marcello Viola chiamato ad assegnare le deleghe ai suoi «vice» per il coordinamento dei principali settori di indagine.
La V commissione del Csm ha deciso all'unanimità di destinare alla guida della Procura di Lodi Laura Pedio, attualmente procuratore aggiunto. La Pedio, che oggi guida le inchieste su omicidi e rapine, è un volto storico della procura milanese, sue le indagini tra l'altro su Santa Giulia, sull'ex governatore Roberto Formigoni, sulla cosiddetta «loggia Ungheria» e sul dissesto di Visibilia, società fondata dal ministro Daniela Santanchè. Nella stessa seduta il Csm ha designato come nuovo procuratore aggiunto Bruna Albertini, anche lei da decenni a Milano, specializzata in reati economici. La Albertini entra così nel risiko di designazione alla guida dei dipartimenti ridisegnati da Viola. L'anno prossimo si dovrà trovare un nuovo capo per il pool antimafia, che verrà lasciato dall'attuale capo Alessandra Dolci, candidata alla Procura nazionale; e contemporaneamente assegnare un coordinatore ai dipartimenti ridisegnati da Viola. Tra le novità più rilevanti la competenza sui reati fiscali assegnata al pool che si occupa di corruzione internazionale, accusato finora di avere un carico di lavoro troppo leggero, e il passaggio al pool corruzione dei reati contro l'ambiente e le norme edilizie.
Si tratta di un restyling reso necessario dal cambiamento della realtà urbana su cui la Procura è chiamata a indagare: una realtà in cui vecchi reati diventano desueti ma si affacciano nuove emergenze, basti pensare alle truffe agli anziani cui verrà dedicato un sottogruppo di inquirenti. E la ventata di novità dovrebbe essere utile anche a rimotivare, sotto l'impulso dei nuovi leader, tutto l'ufficio.
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