La polemica politica sulle origini di Moussa

Non si ferma la polemica sulle origini di Sangare. E Salvini viene bollato come "sciacallo"

La polemica politica sulle origini di Moussa
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Non si spegne la polemica politica innescata dalle parole del leader leghista sul presunto assassino di Sharon. Tra i primi a bollare la distinzione fatta da Salvini («italiano di origini nordafricane») è stato il dem Francesco Boccia che ha bollato come «sciacallo» il vicepremier. Reo, a suo dire, di speculare una vicenda drammatica per «bieco interesse politico». A rincarare la dose è intervenuto anche il presidente dei deputati di Italia viva, Davide Faraone, che sottolinea il silenzio della Lega sull'origine marocchina dei due testimoni, grazie ai quali è stato possibile inchiodare Moussa Sangare alle sue responsabilità. La Lega intanto, per voce del deputato Rossano Sasso, prende spunto dal clamore politico suscitato dal caso di Moussa Sangare per dire che «mai la Lega permetterà l'introduzione dello ius soli». E sulle «minimizzazioni» di molti esponenti di sinistra tuona: «Disprezzo per quelli che parlano di malattia mentale, raptus, bisogno di cure che nessuno ha fornito. Si tratta di razzisti al contrario: sono gli anti-italiani, quelli della lotta al patriarcato che non c'è e della sottomissione all'Islam che invece c'è». La sua collega di partito, Simonetta Matone, poi, solleva un altro aspetto della cattiva gestione del caso da parte dei media e delle forze politiche.

«Rimango perplessa nel leggere come la morte violenta di Sharon Verzeni venga classificata come semplice omicidio (magari opera di un reitto della nostra società) e non come l'ennesimo grave femminicidio - sottolinea l'ex magistrato -. Va scandagliato quel mondo di alienazione dove vivono migliaia di giovani italiani di prima, seconda e terza generazione che non danno nessun valore alla vita dell'altro».

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