Il paese dei sogni e quello reale. Chissà perché da noi, patria di incalliti utopisti, si parte sempre dai primi. Come costruire una casa partendo dal tetto. Eccoci così gioiosamente lieti di apprendere che presto i nostri (spesso vituperati) poliziotti saranno dotati di uno strumento in più: sofisticate microtelecamere agganciate alla divisa. «Ma solo in caso di effettiva necessità», specifica il Garante della privacy che ha dato il via libera. In caso di manifestazioni a rischio - termine omnicomprensivo in cui si possono ormai racchiudere i cortei da stadio così come le innumerevoli manifestazioni «anti qualcosa» - si potrà vedere chi sono i veri cattivi. Di chi è la colpa. Chi ha sbagliato. Non è tutto.
Presto le forze dell'ordine potrebbero ottenere in dotazione anche una pistola elettrica, la famosa Taser. Al posto delle pallottole, 50mila volt da scaricare contro il pericolo. Se non si centra un cardiopatico, non uccidono. Tutto giusto, per carità: strumenti utili se utilizzati nel modo corretto. Obiettivo: un'esercito di Robocop. Macchine infallibili, possibilmente a costo zero. Peccato però che l'Italia stia scordando le fondamenta: sotto le divise poggia la pelle di uomini che ogni giorno la pelle la rischiano per poco più di 1.300 euro al mese. E a cui lo Stato, da anni, nega qualche euro in più. Non solo nella busta paga, ma anche nelle dotazioni minime, indispensabili per poter lavorare. Auto vecchie e scassate, spesso ferme perché senza benzina.
Resta vivida la minaccia delle forze dell'ordine di scioperare qualora i tetti salariali rimangano ancora bloccati. Lo Stato risponde regalando loro microtelecamere e pistole futuristiche.
Lunedì un carabiniere ha perso la vita in un inseguimento. Avrebbe potuto sparare ma non l'ha fatto. Forse memore di quanto accaduto al ragazzino di Napoli. Stavolta è morto un servitore della legge. Ma nessuno, o quasi, lo ha ricordato.
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