È successo per la prima volta. A Pontida, vestita di blu e non puù del verde padano, c'era solo Matteo Salvini. Il segretario del nuovo corso leghista non era accompagnato dai suoi predecessori. Nè Maroni, né Bossi si sono presentati sul prato della città bergamasca per ascoltare il lungo discorso del ministro dell'Interno che ha parlato di immigrazione, legge Fornero, visione europea della Lega e rigetto dell'utero in affitto.
L'assenza di Bossi e Maroni al tradizionale raduno leghista è un segno di come né l'ex governatore della Lombardia né il Senatur approvino a fondo la linea salviniana. Già anno scorso Bossi era rimasto in disparte, tanto che il giorno dopo era arrivato a dire che da Pontida era arrivato il "segnale che devo andarmene". Per ora il fondatore è ancora al suo posto e Salvini l'ha ricandidato al Parlamento. Ma la frattura è ormai insanabile, tanto che più volte il Senatur non ha lesinato critiche alle decisioni politiche del successore.
Dal canto suo, però, Salvini non ha mancato di ricordare dal palco chi l'ha preceduto alla guida della Lega. "Non finirò mai di ringraziare chi mi ha dato la voglia, il coraggio, le idee per cominciare che non ha altro nome che Umberto Bossi". E ancora, riferendosi a Maroni: "Nessuno può togliere dal cuore l'onore e la passione di essere il segretario della Lega".
E in serata è arrivato il tweet di Maroni: "Oggi è stata una Pontida straordinaria, che ho vissuto da orgoglioso militante. Ho ringraziato Matteo Salvini per la citazione che ha fatto di me dal palco. Il suo intervento è stato davvero super".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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