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Popolari, la soffiata di De Benedetti "Renzi mi ha detto che dl passa"

De Benedetti al telefono con il suo consulente quattro giorni prima dell'approvazione del decreto sulle Popolari: "Renzi mi ha detto che passa"

Popolari, la soffiata di De Benedetti "Renzi mi ha detto che dl passa"

"Renzi mi ha detto che il decreto sulle Popolari passa". A parlare, quattro giorni prima del 20 gennaio, quando il dl è stato varato il 20 gennaio 2015, è Carlo De Benedetti.

Come racconta oggi il Corriere, l'Ingegnere era al telefono con il consulente che gli curava gli investimenti in Borsa, ma la telefonata è stata registrata e inserita negli atti che i pm di Roma hanno trasmesso alla commissione parlamentare sulle banche.

Che De Benedetti avesse delle informazioni in merito era già noto, al punto che tre anni fa fu avviata un'indagine per insider trading dopo una segnalazine della Consob che aveva notato plusvalenze e movimentazioni anomale sui titoli. L'Ingegnere aveva infatti investito attraverso Romed spa ben 5 milioni di euro, guadagnandone 600mila. Nel 2016 sia l'ex presidente del gruppo l'Espresso, sia Matteo Renzi vennero ascoltati dai pm, che hanno chiesto l'archiviazione perché - a loro dire - i due non sarebbero entrati nei dettagli del decreto sul tavolo di Palazzo Chigi. L'ex premier avrebbe infatti assicurato di aver fatto solo "cenni del tutto generici" al provvedimento.

Ma ora il Corriere pubblica la telefonata che conferma i sospetti: "Faranno un provvedimento", dice De Benedetti al suo consulente, "Il governo farà un provvedimento sulle Popolari per tagliare la storia del voto capitario nei prossimi mesi... una o due settimane. Quindi volevo capire una cosa: salgono le Popolari?". "Se passa un decreto fatto bene salgono", conferma l'altro. "Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa", assicura quindi l'Ingegnere. Che poi chiede al professionista di studiare "un basket sulle Popolari", ma "togliendo la Popolare di Vicenza".

La richiesta di archiviazione da parte della procura aveva reso segreto il fasciolo. Il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto Stefano Pesci sostenevano infatti che nella telefonata "De Benedetti si limita ad affermare di aver appreso di un 'intervento': espressione polivalente che nulla apporta in più rispetto a quanto ben noto a Bolengo. Ma anche che l’intervento sarebbe stato realizzato in tempi brevi, ma non necessariamente brevissimi e comunque non determinanti".

Solo la trasmissione degli atti alla commissione Banche - su richiesta del senatore di Idea, Andrea Augello - ha permesso di far emergere la telefonata.

"Non vi è stato alcun abuso di informazione privilegiata, l'approvazione della norma era ampiamente nota, al punto che UBS aveva tenuto una conferenza stampa sul tema due settimane prima, presso la Borsa di Milano, consigliando di

acquistare azioni delle banche Popolari. Del resto, anche la Procura di Roma, investita della vicenda, a giugno dello scorso anno ne ha chiesto l'archiviazione", ha spiegato un portavoce dell'ingegner Carlo De Benedetti.

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