E adesso nel caso Palamara fa irruzione il #Metoo: la questione planetaria del sesso arrembante, delle molestie, del potere usato a fini di conquista. Perché, come era statisticamente inevitabile, nell'oceano di chat intercettate sul telefono dell'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati, saltano fuori anche faccende che hanno poco a che fare con le nomine e le correnti. E investono la correttezza dei rapporti umani. Col risultato che nel mirino del Consiglio superiore della magistratura finiscono i protagonisti di una storia - per larghi aspetti ancora oscura - di presunte avances in ascensore: sono il presunto molestatore e la presunta molestata, entrambi nomi di spicco di Unicost, la stessa corrente di Luca Palamara.
Lei è Alessia Sinatra, bionda e tosta pm di Palermo, una vita di inchieste in prima linea e di impegno nella corrente di centro delle toghe. Lui è un nome ancora più importante: Giuseppe Creazzo, procuratore della Repubblica a Firenze che ha condotto le indagini contro l'ex premier Matteo Renzi. Che nel periodo radiografato dall'inchiesta era in corsa per diventare capo della Procura di Roma, in quello scontro feroce tra correnti che alla fine ha portato all'incriminazione di Palamara. Sconfitto da Michele Prestipino, Creazzo non si è arreso e ha fatto ricorso al Tar, che non si è ancora pronunciato.
Il trojan della Guardia di finanza racconta in diretta quella faida. Ma il 23 maggio intercetta anche un messaggio della Sinatra a Palamara: «Giurami che il porco cade subito». Il contesto dice chiaramente che il riferimento è a Creazzo: «il porco di Firenze», lo definisce ancora la Sinatra, e poi ancora «porco mille volte», «essere immondo e schifoso».
Così quando la Procura di Perugia, che ha condotto l'inchiesta su Palamara, gira tutte le chat alla Procura generale della Cassazione perché valuti i procedimenti disciplinari contro i magistrati coinvolti, nell'elenco finisce anche la Sinatra, per le espressioni violente usate contro Creazzo. La Procura generale della Cassazione a settembre convoca la Sinatra e la interroga. E lei non si rimangia niente, anzi: «Ho reso le più ampie e complete spiegazioni liberatorie», racconta ieri la pm siciliana al Giornale. La cosa, dunque, non finisce lì.
Il seguito è ancora avvolto dal segreto, ma qualcosa si riesce a ricostruire. Perché un fascicolo che ricostruisce tutta la vicenda approda sul tavolo della Prima commissione del Consiglio superiore della magistratura. È la commissione che si occupa di trasferire i magistrati incompatibili con la funzione che ricoprono o il territorio in cui operano. Il fascicolo contiene il provvedimento di archiviazione di un procedimento penale aperto proprio a carico di Creazzo, il procuratore capo di Firenze. L'inchiesta su Creazzo, secondo quanto è dato capire, nasce proprio dalle intercettazioni della Sinatra. In quel fascicolo si spiega anche da dove scaturisce la sequela di insulti riservati dalla pm. Si parla di un incontro in ascensore durante il quale Creazzo avrebbe manifestato un trasporto decisamente inammissibile verso una giovane e bella collega. Perché il fascicolo a carico di Creazzo viene archiviato? Due ipotesi: o l'accusa si è rivelata inconsistente, o la presunta vittima ha scelto di non sporgere querela. Ma l'archiviazione dell'indagine penale non chiude la pratica davanti al Csm. Perché, querela o non querela, se i fatti sono avvenuti non si può fare finta di niente.
Così la Prima commissione dovrà indagare, capire cosa è accaduto davvero, e decidere chi dei due magistrati sia incompatibile con la sua funzione. A meno che la Procura generale della Cassazione giochi d'anticipo, e ne metta uno o due sotto procedimento disciplinare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.