È uno scontro destinato a farsi sempre più cruento con l'avvicinarsi del voto di giugno. Perché è ormai chiaro che da entrambe le parti sono convinti di poter incidere su uno stesso segmento elettorale: quello di chi è indeciso se votare per il Pd o per il M5S, due partiti che - non a caso - se le stanno dando di santa ragione ormai da settimane. Ancora ieri, durante la direzione del Pd Matteo Renzi non ha perso occasione di affondare più volte i colpi sul movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, accusandolo di essere una «dinastia» e non un partito davvero democratico. E ancora: «Non è che i Cinque stelle che vanno a governare danno fulgido esempio di pratiche amministrative, si dimostrano per quello che sono e dove c'è qualcuno bravo di solito lo isolano».
Dopo il muro contro muro sulla questione morale, dunque, lo scontro continua e continuerà. D'altra parte, la partita che sta giocando Renzi non può non avere come principale bersaglio proprio i grillini. Non solo perché a Roma è proprio la candidata del M5S, Virginia Raggi, ad essere in testa ai sondaggi. Ma anche perché saranno proprio i Cinque stelle il principale avversario della campagna referendaria che il premier si appresta a condurre appena archiviato il capitolo amministrative. Sul voto di ottobre - quando gli italiani si pronunceranno sulla riforma costituzionale in quello che lo stesso Renzi ha deciso di trasformare in un referendum pro o contro di lui - il M5S si è già schierato con decisione e ha tutte le intenzioni di condurre una campagna martellante. Lo scontro tra il leader del Pd e i Cinque stelle, dunque, sarà uno dei temi dominanti della politica dei prossimi mesi.
Si comincia a giugno con il voto di Roma, perché se davvero dovesse vincere la Raggi per Renzi lo scossone non sarebbe indifferente. La capitale che finisce ai grillini, infatti, è una notizia che avrebbe la ribalta internazionale, con le prevedibili ricadute d'immagine sull'inquilino di Palazzo Chigi. Senza contare che il premier rischia seriamente di non arrivare neanche al ballottaggio visto che il renziano Roberto Giachetti è alla pari con Alfio Marchini e Giorgia Meloni. Quella per il secondo posto, insomma, ad oggi è una partita aperta. Ci sta, insomma, che Renzi abbia deciso di prendere nel mirino i Cinque stelle, cercando di rintuzzare una crescita del movimento che i sondaggi continuano a registrare da settimane. Peraltro, il leader del Pd potrebbe dover scendere in campo per la partita del referendum già azzoppato dalla tornata amministrativa.
Se a Roma è solo un rischio, infatti, a Napoli quasi certamente la renziana Valeria Valente non sarà al ballottaggio (dove i sondaggi danno Luigi de Magistris e Gianni Lettieri). Restare fuori da due partite del genere sarebbe un colpo durissimo, soprattutto se a Milano finisse per prevalere Stefano Parisi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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