Il senatore Andrea Marcucci pensa che l'Italia abbia bisogno di Mario Draghi a Palazzo Chigi. L'esponente del Pd, però, ha un pensiero complessivo, che riguarda anche la linea di Enrico Letta.
Ha dichiarato che Letta dovrebbe uscire dal suo «splendido isolamento» e assumere una «strategia parlamentare più efficace»...
«Vorrei che il Pd fosse più determinante nelle partite più rilevanti di fine legislatura. Non credo che questa sia la stagione adatta per stare sempre un po' ai margini del campo, a scrutare l'orizzonte. Letta deve uscire dall'angolo ed assumere con chiarezza una linea più persuasiva in Parlamento, ad esempio sulle alleanze, anche in vista del voto sul Colle».
Draghi sta bene a Palazzo Chigi?
«Il Paese cresce e reagisce con slancio alla crisi pandemica. C'è un merito indubbio di Draghi e dell'esecutivo in carica. Ed un interesse indubbio del Paese ad avere Draghi a lungo a Palazzo Chigi. Voglio ricordare che tra poco l'Italia dovrà realizzare le riforme previste dal Pnrr. Un'impresa assai complessa, dalle cui sorti dipende un bel pezzo del nostro futuro».
Concorda sul rischio caduta del governo in caso di mancata elezione del Pdr «a larga maggioranza»?
«Abbiamo la Costituzione come faro, dalla quarta votazione è prevista una maggioranza semplice. Un'elezione largamente condivisa è però un auspicio che condivido. Anche solo dal punto di vista numerico, si dovrebbe intuire che il prossimo presidente dovrà essere indiscutibilmente sopra le parti».
Conte dice che non è subalterno al Pd. Rivendicare una certa superiorità da parte grillina non le sembra curioso?
«Premetto che io spero ancora nell'approvazione di un sistema elettorale proporzionale. Detto questo, mi sembra che Conte sia ancora alle prese con le beghe di casa sua per potersi esprimere con lucidità sulle eventuali prospettive del centrosinistra, come non capirlo? L'ex presidente del Consiglio risolva i suoi dilemmi, poi vedremo insieme quale sarà la fisionomia del nuovo M5s».
Calenda farà o no parte del «campo largo»?
«Dico campo largo ed aggiungo aperto. Non si possono emanare veti, prima del voto sul Colle e prima delle elezioni. Per me Calenda ed Azione sono di centrosinistra, senza se e senza ma. Quindi naturalmente alleati».
Se Draghi dovesse essere eletto al Colle, vedrebbe semplice la formazione di un nuovo governo? O pensa sia probabile il ricorso alle urne?
«Le elezioni anticipate, quando siamo ancora alle prese con il Covid, mi sembrerebbero una sciagura da sventare in ogni modo. In più, prima di arrivare al 2023, il Parlamento ha ancora un sacco di cose da fare, tra le quali, come ho detto prima, una nuova legge elettorale».
Su un'eventuale candidatura di
Berlusconi al Colle?«Faccio fatica ad immaginare Berlusconi candidato sopra le parti. Lo dico con il dovuto rispetto che si deve ad un ex presidente del Consiglio. Tutti i candidati naturalmente sono legittimati».
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