Dopo il via libera del Parlamento europeo di mercoledì, ieri è arrivato il timbro formale. Con il Consiglio Ue che - come prevede il Trattato all'articolo 17 - ha nominato ufficialmente e con procedura scritta la nuova Commissione Ue che sarà in carica dal primo dicembre al 31 ottobre 2029. Un quinquennio nel quale è destinato a incidere davvero poco il fatto che il via libera della plenaria di Strasburgo sia arrivato con i numeri più bassi di sempre (370 «sì» contro i 417 che nel 1995 ottenne il lussemburghese Jacques Santer). A differenza di quanto accade in Italia (dal '48 a oggi abbiamo visto 68 governi, poco più di uno all'anno), a Bruxelles la legislatura dura ineluttabilmente cinque anni, così come il mandato dei presidenti di Consiglio e Commissione Ue. Mentre quello che davvero peserà - come certifica la vice-presidenza esecutiva affidata a Raffaele Fitto - sarà il nuovo equilibrio tra Ppe e Ecr.
Il primo appuntamento della nuova Europa è in calendario il 19 e 20 dicembre a Bruxelles, con il primo Consiglio Ue presieduto dal portoghese Antonio Costa. Un'inaugurazione light, visto che - riferiscono i diplomatici presenti al Coreper di mercoledì - l'intenzione è chiudere il vertice nella giornata di giovedì 19 dicembre. Con i leader europei - compresa Giorgia Meloni - che arriveranno già mercoledì per il summit Ue-Balcani occidentali. Sul tavolo del primo Consiglio Ue del nuovo corso ci saranno soprattutto due dossier: Ucraina e ruolo dell'Ue nel mondo (con focus sul passaggio di consegne alla Casa Bianca e sulla questione dazi).
E l'Ucraina, come l'immigrazione, saranno al centro del primo vertice «Nord-Sud», un format di cooperazione a quattro che doveva essere inaugurato in Lapponia lo scorso aprile ma che poi, per motivi di agenda, è stato rinviato. L'incontro si terrà il 21 e 22 dicembre in Finlandia, dove Meloni dovrebbe volare direttamente da Bruxelles (a meno che la compressione del Consiglio Ue non la porti a rientrare a Roma giovedì notte per poi ripartire sabato). Obiettivo del vertice - la premier italiana è stata invitata dal primo ministro finlandese Petteri Orpo - è quello di creare un gruppo di lavoro permanente tra Finlandia, Svezia, Italia, Grecia e Ue. Al vertice (che si terrà molto probabilmente in Lapponia, anche se balla ancora Helsinki) parteciperanno infatti anche il primo ministro svedese Ulf Kristersson, il premier greco Kyriakos Mitsotakis e l'Alto Rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas. Con l'obiettivo di discutere - in un formato nuovo e che possa riflettere sensibilità trasversali - le principali sfide di sicurezza con cui si confronta l'Ue nell'attuale quadro internazionale. A partire dal conflitto in Ucraina, una delle principali preoccupazioni di Finlandia e Svezia (la prima nel 2023 e la seconda quest'anno, hanno aderito alla Nato, abbandonando una neutralità che risaliva alla fine della Seconda guerra mondiale). E con un focus sull'immigrazione. Su Finlandia e Svezia incide soprattutto la cosiddetta «rotta balcanica» (via Sarajevo), mentre per Italia e Grecia passa la «rotta orientale» (via Lesbo e Patrasso).
Il programma del summit prevede due sessioni il 21 dicembre, la prima dedicata alla sicurezza e la seconda
al fenomeno migratorio. Nella mattinata del 22 dicembre è poi prevista un'ultima sessione di lavoro per discutere i possibili seguiti operativi del vertice e l'eventualità di sviluppare ulteriormente il formato «Nord-Sud».
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