Prestiti agli studenti, arriva la garanzia statale

Solo l'1% degli universitari accede a questo mutuo. Giacomoni (Consap): "Puntiamo a 200mila pratiche"

Prestiti agli studenti, arriva la garanzia statale
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Da duemila a duecentomila. Ai vertici di Consap ci credono: dopo una lunghissima gestazione, il Fondo per il credito agli studenti meritevoli si è sbloccato; da luglio lo Stato concede finalmente la garanzia di ultima istanza, esattamente come avviene per il Fondo prima casa. E questo dovrebbe rendere più semplice il rapporto fra le banche e i giovani che bussano allo sportello per chiedere un aiuto.

Il Fondo fu istituito da Berlusconi, con Meloni ministro della gioventù, nel 2010 ma in questi quattordici anni è stato poco più di un fantasma. Duemila pratiche accolte, una goccia nel mare dei ragazzi che intraprendono la carriera universitaria. Ora la prospettiva cambia: «L'obiettivo è avvicinare almeno i numeri della Germania - spiega al Giornale Sestino Giacomoni, presidente di Consap, più volte parlamentare e nel passato assistente di Silvio Berlusconi - In Germania il 12 per cento di chi frequenta gli atenei ricorre a questa forma di finanziamento, da noi siamo all'1 per cento, ma ora che le banche sono spalleggiate dallo Stato, la situazione dovrebbe cambiare radicalmente. E nel giro di quattro-cinque anni dovremmo arrivare a quota duecentomila».

In teoria lo studente si presenta in filiale e chiede un aiuto per affrontare il muro delle rette e le spese per vivere. Che nelle grandi città sono altissime e scoraggiano molti studenti dal proseguire gli studi. Spesso però l'istituto di credito esita a concedere denaro a chi magari ha talento e buona volontà ma non dispone di una famiglia solida. La garanzia di ultima istanza, varata con l'aiuto del ministro dello sport Andrea Abodi, spazza via queste incertezze e quello che un tempo si chiamava il prestito d'onore dovrebbe decollare. Con conseguenze virtuose sul sistema Italia.

Oggi la quota di giovani italiani fra i 25 e i 34 in possesso di un titolo di studio post diploma è del 29,2 per cento. Più di dieci punti in meno rispetto alla percentuale media della Ue che si attesta al 40 per cento. «Dobbiamo recuperare questo gap e il buon funzionamento del Fondo studio - prosegue Giacomoni - mi pare un ottimo strumento in questa direzione».

Oggi il «mutuo», ha un massimale di 25mila euro, ma l'idea è di raddoppiarlo a 50mila prima possibile. E di tenerlo legato non tanto al reddito ma al merito, con una certa indulgenza: ad esempio potrebbe chiederlo chi abbia preso almeno 75 su 100 alla maturità. Insomma, l'importante è avere un buon rendimento, ma non sono richiesti voti altissimi, anche perché si immagina che lo studente fuori sede si debba mantenere, lavorando, per pagare la camera che a Milano e Roma può arrivare anche a mille euro al mese.

Per facilitare il tutto, è in corso una semplificazione della piattaforma che dà accesso al servizio. Oggi servono diversi ingressi per entrare nel circuito gestito da Consap, Concessionaria servizi assicurativi pubblici, ma presto si dovrebbe passare a un solo step.

Dunque, l'obiettivo è ambizioso e potrebbe essere un volano per spingere l'Italia nel club dei paesi più virtuosi nel campo dell'istruzione superiore.

Il campione di duemila studenti fin qui approdati al Fondo offre un dato interessante e rassicurante: solo il 3 per cento è andato in default, ovvero non ha rimborsato le rate del prestito. Questo vuol dire che in concreto lo Stato potrebbe cavarsela con una cifra assai modesta: 30-50 milioni dovrebbero essere già più che sufficienti per far carburare l'iniziativa.

Giacomoni intanto ha convocato gli istituti di credito e la platea delle adesioni si

sta allargando di giorno in giorno. I tassi dovrebbero scendere. Per Natale, il Fondo dovrebbe essere ribattezzato. Poi, si spera presto, partirà una grande campagna pubblicitaria per farlo conoscere ai giovani italiani.

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