Su Opzione Donna «si sta lavorando alacremente con il ministero dell'Economia per capire quale possa essere la soluzione più adeguata da mettere in campo». Il sottosegretario all'Economia, Claudio Durigon, ieri ha confermato che la maggioranza è al lavoro per un correttivo alla nuova formulazione della pensione anticipata per le donne che dall'anno prossimo scatterà a 60 anni con 35 di contribuzione salvo che le richiedenti abbiano dei figli o siano in condizioni di svantaggio (disabilità, licenziamento o crisi aziendale).
Ed è proprio sul capitolo pensioni che il sindacato ha intenzione di dissotterrare l'ascia di guerra. «Le misure previdenziali approvate sono molto limitate, largamente insufficienti e, in alcuni casi, addirittura peggiorative», ha commentato la Cgil evidenziando che Quota 103 ha una platea potenziale di 11.340 persone, Opzione Donna di 870 e Ape social di 13.405 per un totale di poco superiore al 25mila unità. A fronte di una spesa prevista non eccessiva (726 milioni) quella reale non dovrebbe superare i 274 milioni a fronte di un risparmio sulla rivalutazione delle pensioni quantificato in 3,5 miliardi che nel trienni 2023-2025 diventano complessivamente 17. «C'è un intervento regressivo rispetto alla situazione attuale, con una stretta, anche finanziaria, che indica una direzione molto chiara, in perfetta continuità con il recente passato», ha chiosato Christian Ferrari, segretario confederale Cgil. Il direttivo di Corso Italia ha dato mandato alla segreteria nazionale di «mettere in campo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie, nessuna esclusa». Sulla stessa lunghezza d'onda anche la Uil il cui esecutivo nazionale ha chiesto a Cgil e Cisl di «avviare un percorso di mobilitazione», considerato che il sindacato di Via Lucullo è contrario anche al ripristino dei voucher fino a 10mila euro per agricoltura, ristorazione e caregiving.
Per la Cisl, invece, «è sbagliato ricorrere allo sciopero: serve dialogo e confronto per migliorare e rafforzare la legge di Bilancio». Il sindacato guidato da Luigi Sbarra, anche se insoddisfatto sul capitolo pensioni, convocherà «iniziative ed assemblee nei luoghi di lavoro e sui territori». Le mobilitazioni di Cgil e UIl rischiano, perciò, di restare monche e, soprattutto, di inasprire il conflitto in vista della convocazione dei sindacati a Palazzo Chigi, prevista mercoledì prossimo. In ogni caso, tenuto conto dell'obbligo di preavviso, tra il 10 e il 16 dicembre.
Tra i nodi che rischiano di complicare il lavoro del governo c'è il problema dei crediti incagliati del Superbonus. Forza Italia è in pressing da tempo per allargare le maglie delle nuove norme e ora anche Fdi chide di allungare i tempi. Spunta, tra le proposte di modifica al decreto Aiuti-quater, l'ipotesi di posticipare il deposito delle Cilas - la comunicazione di inizio lavori che consente di utilizzare ancora il 110% da parte dei condomini - almeno al 31 dicembre e sbloccare i crediti d'imposta.
Intanto, Optime (mercato dell'elettronica, ha espresso apprezzamento per la norma «anti apri-e-chiudi» che consente alle Entrate di chiedere ai nuovi esercizi «sospetti» una fidejussione in conto anticipo dei versamenti fiscali.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.