Matteo Salvini centra l'obiettivo dell'80%. Con l'82,7% dei voti mette ko lo sfidante Gianni Fava. Ma le primarie della Lega Nord non riescano a zittire i mal di pancia. Anche se il governatore della Lombardia Roberto Maroni invita ora a lavorare tutti uniti per il nuovo segretario, a guidare la fronda è Umberto Bossi. "Se ora Salvini porta la Lega al Sud, il movimento è finito", tuona il Senatur dopo aver dato la propria preferenza per Fava. "Ci sono migliaia di fuoriusciti ed espulsi dalla Lega che hanno messo assieme un partito abbastanza grande e stanno attorno a Bernardelli - ha continuato il Senatur - potrei valutare la situazione. Sono per continuare la battaglia per la liberazione del Nord".
La vittoria di Salvini
"La svolta lepenista delle Lega non è mai esistita". Salvini vota in tarda mattinata nella sede del partito in via Bellerio a Milano. "Non ho mai parlato di percentuali di affluenza alle primarie", mette in chiaro il segretario uscente che, secondo un'indiscrezione della Stampa, aveva fissato nei giorni scorsi la soglia dell'80 per cento per accettare l'incarico. "Ho auspicato che tanta gente scegliesse sperando che confermasse il lavoro e le vittorie di questi tre anni". Dalle urne, però, esce un risultato netto. Salvini ottiene infatti l'87% in Piemonte, l'87% in Friuli, il 76% in Emilia, il 59% in Romagna, l'81% in Trentino, il 69% in Sud Tirolo, il 95% in Umbria, il 100% in Val d'Aosta, il 95% in Liguria, l'83% in Toscana, l'83% nelle Marche, il 78% in Lombardia, il 91% in Veneto. Una media che va ben oltre la soglia psicologica dell'80%. "Ora - ha quindi commentato - l'obiettivo è mandare a casa Renzi, Alfano, Boschi e Boldrini, bloccare l'invasione clandestina in corso, rilanciare lavoro e speranza in Italia".
La sfida delle primarie
Il Carroccio ha introdotto le primarie nel 2013. La decisione fu presa dall'allora capo del movimento, Roberto Maroni. L'ex ministro dell'Interno decise di lasciare anticipatamente la guida del partito per concentrarsi sul nuovo incarico di governatore lombardo e stabilì che il suo successore sarebbe stato scelto con una consultazione. Nelle primarie del 7 dicembre di quell'anno, trionfò Salvini: 82 per cento contro il 18 del presidente e fondatore Bossi, indebolito dagli scandali sull'uso dei soldi del partito. Anche la consultazione di oggi è una corsa a due. Salvini ha, infatti, sfidato Gianni Fava, 49enne assessore lombardo all'Agricoltura. Ex deputato, dimessosi nel 2013 da Montecitorio per entrare nella giunta lombarda, Fava ha raccolto 1055 firme a sostegno della sua candidatura (55 sopra la soglia minima), contro le 6925 sottoscrizioni andate al segretario uscente. La scelta, ha spiegato nei giorni scorsi Salvini, è "tra una Lega forte e libera" che "non considera obbligatoria l'alleanza con Silvio Berlusconi" e coloro che hanno "nostalgia della Lega piccolina, al 3%, che andava a chiedere per favore ad Arcore".
Il progetto di Salvini
Il progetto di Salvini è noto: uscire dai "recinto" nordista per puntare a una Lega "nazionale" che abbia al centro la battaglia contro i vincoli monetari, economici e burocratici dell'Unione europea. L'ispirazione è al "sovranismo" di diversi partiti europei, tra cui il Front national di Marine Le Pen.
A questa idea si oppone Fava, divenuto portavoce di quella parte del partito che non vuole rinunciare al tema del "nordismo", sostenuto anche da Bossi. Lo sfidante di Salvini crede che la Lega debba "tornare a fare la Lega" e che, soprattutto, non debba perdere di vista la centralità della "mai risolta questione settentrionale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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