Negli ultimi giorni i contatti tra Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen si sono intensificati facendosi sempre più fitti in vista della plenaria di oggi. Le due donne più potenti d'Europa - Politico dixit - si sono confrontate su numerosi argomenti in una delicata trattativa e, dal dialogo Roma-Bruxelles, sono arrivati i primi segnali concreti con l'Italia che ha ottenuto importanti finanziamenti nell'ambito delle sovvenzioni dell'Ue per la rete di infrastrutture di trasporti. Sedici proposte sono state valutate positivamente con un'assegnazione complessiva di 545,7 milioni di euro pari al 15.3% del totale che hanno portato l'Italia ad essere il secondo percettore dopo la Francia. Tra i progetti c'è la prosecuzione dei lavori della tratta transfrontaliera della Torino-Lione per 405 milioni di Euro (700 milioni in tutto assegnati tra Italia e Francia); la progettazione esecutiva della parte ferroviaria del Ponte sullo Stretto per circa 25 milioni di Euro e la seconda fase della tratta di accesso al Brennero, Fortezza-Ponte Gardena, per circa 69 milioni di Euro. Il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha espresso «grande soddisfazione» anche se rimane confermato il no della Lega e del gruppo dei patrioti a un bis della Von der Leyen. Inevitabilmente sul tavolo della trattativa c'è anche la questione Pnrr, uno dei principali dossier che interessa l'Italia e che la Meloni vorrebbe fosse seguito da un commissario italiano.
Il punto cruciale del dialogo Meloni-Von der Leyen è proprio la richiesta italiana di un commissario di primo piano e della vicepresidenza della Commissione. Le deleghe più ambite sono quelle al mercato interno, all'industria o alla concorrenza mentre, se la commissione nominerà vice presidenti esecutivi, l'Italia non potrà non averne uno. Il nome più probabile per ricoprire l'incarico di commissario rimane Raffaele Fitto ma potrebbe anche esserci la richiesta da parte della presidenza della Commissione a ogni stato membro di indicare, per il rispetto dell'alternanza di genere, di indicare anche un candidato femminile.
La casella della concorrenza avrebbe un peso importante anche alla luce della direttiva Bolkestein e della questione liberalizzazione delle spiagge italiane. Proprio ieri è arrivata sul tavolo di Palazzo Chigi una richiesta di incontro con la premier da parte delle principali associazioni di categoria dei balneari all'indomani della sentenza della Corte di Giustizia UE che ha dichiarato legittimi gli espropri balneari al termine delle concessioni. La richiesta dei Balneari al governo si concentra proprio sull'Europa chiedendo che «si arrivi a una ferma presa di posizione nei confronti della Commissione Europea, anche in considerazione dell'ultima sentenza della CGUE che non potrà che avere riflessi negativi sulla qualità oggi garantita dal settore, causando pesanti ricadute negative sull'economia nazionale».
Se il nodo balneari è molto delicato lo è altrettanto la questione del Green Deal che rappresenta una linea rossa per i conservatori come spiegato al termine della riunione dell'Ecr dal capo delegazione di Fdi Carlo Fidanza: «Serve un radicale cambio di passo sul Green Deal». Una nuova legislatura europea sulla falsariga di quella precedente in cui fu nominato Frans Timmermans super commissario al Green Deal sarebbe inaccettabile e costituirebbe una minaccia anche per il comparto imprenditoriale e industriale italiano. La richiesta di rassicurazioni (non solo a parole ma concrete) su questo tema sono un punto centrale per il governo italiano. Non si può poi dimenticare l'immigrazione su cui già nei mesi passati, grazie all'attivismo della premier, sono arrivati importanti risultati come l'intesa siglata a Tunisi ma su cui l'Italia chiede massimo impegno da parte della nuova commissione europea. La strada da seguire deve essere quella di un approccio pragmatico che non lasci soli i paesi di primo approdo ad affrontare il pericolo dell'immigrazione irregolare.
Nell'incontro di martedì con il gruppo dei conservatori la Von der Leyen ha inoltre promesso di nominare un commissario con la delega alla Sburocratizzazione che è una richiesta esplicita di Giorgia Meloni. In generale, sono due le richieste italiane portate avanti nella trattativa con Bruxelles: garanzie e discontinuità.
Garanzie affinché venga riconosciuto il peso che l'Italia ha e merita di avere in Europa, discontinuità rispetto a decisioni prese nella scorsa legislatura che si sono rivelate in varie occasioni (in particolare sui temi ambientali) contrarie alle esigenze dei cittadini.
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