«È in memoria dello spirito di servizio e di devozione lasciati in eredità a questo Paese dalla mia amata madre, la defunta regina, che pronuncio il primo discorso del re da oltre 70 anni». Con queste parole re Carlo ha ieri mattina inaugurato il nuovo anno parlamentare, rendendo omaggio allo straordinario regno di Elisabetta II. Le cui orme il figlio ha deciso di seguire, nel rispetto di una tradizione ultrasecolare che affonda le proprie origini almeno a partire dal '300. Giunto a Westminster su una carrozza reale con la regina Camilla, entrato nel palazzo del parlamento attraverso una porta dedicata, accolto dal Lord Great Chamberlain e dal Earl Marshal che camminano all'indietro lungo la scalinata reale per non volgere le spalle al sovrano, la liturgia pubblica è un trionfo di tradizione e di simbolismi.
In abiti cerimoniali, il re entra nella Camera dei Lord accompagnato dalla Grande Spada di Stato, a rappresentarne il potere, e da un cappello di velluto rosso ed ermellino, a indicare il favore papale (prima dello scisma anglicano). Siede sul trono, più in alto rispetto agli altri Pari del regno e attende che un funzionario della Camera dei Lord, il Black Rod, si rechi alla Camera dei Comuni per convocarne i rappresentanti. I quali, a sottolineare l'autonomia degli eletti del popolo, chiudono la porta in faccia all'emissario del sovrano, obbligandolo a battere il bastone contro la porta per chiedere di essere ammesso nell'aula. Entrato, il Black Rod ordina ai rappresentanti dei Comuni di seguirlo nella Camera dei Lord. Per assicurare l'incolumità del sovrano gli Yeomen della Guardia hanno nel frattempo verificato che nelle cantine qualcuno non stia perpetrando un attentato, come i cattolici di Guy Fawkes che nel 1605 cercarono di far saltare tutto in aria con una montagna di polvere da sparo. Mentre un parlamentare viene tenuto ostaggio a Buckingham Palace, a garantire che il sovrano possa lasciare il parlamento in sicurezza. Un concentrato di formalità che definisce la sostanza di una costituzione non scritta ma radicata nella storia. Il discorso di ieri (a denti stretti, tra tic e sospiri sarà che ha dovuto pronunciare parole che stridono con tutte le sue convinzioni) contiene una quindicina di elementi su cui si concentrerà il governo, alcuni dei quali puntano ad accentuare le differenze politiche tra conservatori e labouristi.
Su tutti, licenze annuali per nuovi campi estrattivi di idrocarburi nel mar del Nord (con buona pace dell'ecologismo di Carlo), l'impegno a contrastare l'immigrazione illegale e la promessa di un giro di vite antidelinquenza. Non molto per recuperare 20 punti percentuali all'opposizione.
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