Principe di Galles in digitale Se il classico si veste di nuovo

Le fantasie delle giacche ora sono stampate. Il gilet di maglia è gessato come l'abito. E lui indossa anche i fiori jacquard...

diFirenze Il classico in salsa nuova, le cose belle ed eleganti per definizione senza quel velo di polvere che il tempo lascia su tutto. È la scommessa vincente sotto qualsiasi punto di vista dei marchi che prendono le distanze dall'ossessione giovanilista in cui sembra ingabbiato il Pitti di Firenze con risultati a metà strada tra il grottesco e l'implausibile. Da Herno, per esempio, ti aspetti come sempre magnifici piumini e solidi cappotti di gusto raffinato: il luxury sportswear per cui è nota nel mondo l'azienda fondata nel 1948 a Lesa, sul Lago Maggiore. Trovi tutto, nelle tinte di stagione (per il prossimo inverno non si potrà vivere senza verde, ottanio, blu e bordeaux) nei soliti materiali intelligenti (il laminar in testa) ma all'improvviso precipiti in un mondo incantato di stampe e colori. «Durante un viaggio di lavoro in Giappone ho comprato una sciarpa fantasmagorica che mi ricordava i cappotti con l'interno di foulard fatti da mio padre negli anni Settanta» racconta Claudio proprietario e ceo della Herno oltre che presidente di SMI (Sistema Moda Italia), l'associazione di Confindustria che riunisce le 48 mila aziende del tessile-abbigliamento italiano. Insomma quella sciarpa era opera di Pierre-Louis Mascia, illustratore di Tolosa che tra parentesi fa stampare i suoi meravigliosi disegni dai fratelli Uliassi, proprietari dell'Achille Pinto di Como. Da qui l'idea di una capsule collection di 15 capi da uomo e altrettanti da donna con questi giochi di stampe così speciali nella loro squisita normalità. «La bravura oggi sta proprio nel fare in modo diverso le solite cose» sostiente Gisberto Sassi, ceo di Doriani, marchio definibile come la quintessenza del lusso senza tempo. Infatti i suoi pullover in cashmere sono sovratinti in capo con speciali pigmenti che lasciano le cuciture più chiare con un bellissimo effetto sbiadito. Invece sulle giacche le classiche fantasie tipo Principe di Galles sono stampate in digitale sul modello magistralmente rifinito poi da toppe e occhielli di camoscio: i soliti dettagli che distinguono un uomo elegante da uno semplicemente vestito. Doriani sta per aprire un nuovo monomarca a Dubai, uno dei nuovi paradisi del lusso. Anche da Manuel Ritz la partita si gioca sul tavolo del classico e già questa è una novità perché stiamo parlando di un brand famoso per il binomio giovani e colori. «Siamo sempre lì spiega una portavoce però adesso abbiamo trasferito alcune caratteristiche della giacca sulla maglieria e perfino sugli accessori». Così la gessatura del blazer di papà approda sul gilet di maglia dei figli, mentre la texture un po' pelosa della cravatta di lana diventa un dettaglio delle scarpe che questi inguaribili esterofili dei modaioli chiamano «slip on». Esordio a Pitti per la collezione uomo di Patrizia Pepe, marchio prediletto dalle donne giovani di testa e non d'età, possibilmente dotate della stessa invidiabile taglia slim di Patrizia Panni, la stilista che nel 1993 ha fondato l'azienda tra Prato e Firenze. A sorpresa ti trovi davanti un uomo che segue la moda ma non per questo diventa una caricatura di questo nostro tempo inquieto. Per esempio i fiori jacquard sul classico completo giacca e pantaloni hanno qualcosa di plausibile in mezzo a una saggia declinazione delle bellissime tinte scure da sempre care all'uomo: verde inglese, blu di mezzanotte, rubino.

Borsalino s'ispira al Noir nel senso di genere letterario e cinematografico, le classiche storie dell'hard boiled school capitanata da Dashiell Hammett. Assente ingiustificato un uomo come Humphrey Bogart, ma certi classici non si possono proprio rifare.

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