"La privacy non vale per i furbetti del bonus: l'Inps può fare i nomi"

Sui furbetti del bonus Inps la palla torna a Tridico. Il presidente dell'istituto di previdenza aveva rimandato la diffusione dei nomi di coloro che ricoprono cariche elettive e che hanno richiesto il bonus

"La privacy non vale per i furbetti del bonus: l'Inps può fare i nomi"

Sui furbetti del bonus Inps la palla torna a Tridico. Il presidente dell'istituto di previdenza, intervenendo prima di Ferragosto alla commissione Lavoro della Camera, aveva rimandato, evocando un parere del Garante della privacy, la diffusione dei nomi di coloro che ricoprono cariche elettive e che hanno richiesto il bonus destinato alle partite Iva colpite dalla crisi. E ieri l'Authority ha rimbalzato la richiesta al mittente, con un breve comunicato in cui conclude spiegando che «spetta, pertanto, all'Inps verificare caso per caso, previo coinvolgimento dei soggetti controinteressati, la possibilità di rendere ostensibili tramite l'accesso civico i dati personali richiesti valutando anche la diversa posizione ricoperta dai titolari di cariche politiche elettive a livello nazionale e locale alla luce della normativa e delle Linee guida dell'Anac, in conformità con i precedenti del Garante in materia di accesso civico». I nomi dei due deputati ancora anonimi che hanno richiesto il bonus senza ottenerlo, dunque, verranno presto resi noti proprio dall'Inps, che a questo punto deve decidere autonomamente come comportarsi. Gli altri tre deputati - già noti - sono i leghisti Andrea Dara ed Elena Murelli e l'esponente pentastellato Marco Rizzone. Ma la questione riguarda anche centinaia di consiglieri regionali e comunali che avrebbero percepito i 600 euro di bonus e sui quali, presumibilmente, ora l'Istituto di previdenza valuterà, appunto caso per caso il rispetto dei requisiti e la diffusione dei nominativi. Il Garante resta comunque pronto a intervenire, e si riserva «di valutare in separata sede, anche a conclusione dell'istruttoria aperta nei confronti dell'Inps, eventuali altre ipotesi di comunicazione dei dati personali trattati in occasione della vicenda in esame».

Di certo, ora il presidente Inps non ha più motivo per temporeggiare, visto che la «valutazione» con il Garante è stata risolta dall'Authority restituendo la patata bollente ai vertici dell'istituto. E per i furbetti del bonus l'anonimato potrebbe sciogliersi sotto il caldo sole di agosto.

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