Protervi, aggressivi, violenti. Se la scuola appare almeno uno degli specchi della società ecco qua il distopico riflesso. Un'immagine da paura, bestiale, ma di quelle che i nostri ragazzi compiono per davvero, immortalano e trasformano in atroci video da regalare ai social.
Si saranno sentiti veri duri, chissà magari anche degli eroi, picchiando in classe una professoressa. Una donna, tra l'altro ancora più inerme di fronte a questi vigliacchi bulli in erba. Già perché lei soffre di difficoltà motorie.
Lo ha anticipato ieri la Stampa, spiegando che l'episodio, è avvenuto in un istituto superiore di Alessandria più di un mese fa. Ma la docente non ha mai sporto denuncia. Eppure a scuola e anche fuori molti hanno saputo. Da subito
I filmini, girati con telefonini, dai compagni che non partecipavano, ma chissà se riprendevano divertiti con i propri cellulari, hanno cominciato a diffondersi «viralmente» su Istantgram e su vari WhatsApp. Manco fossero una barzelletta, una foto ricordo, un bel paesaggio da postare a un amico. No, lì si vedeva, e probabilmente il video circola ancora, la docente legata alla sedia della cattedra e presa a calci da alcuni alunni durante la lezione. A salvarla sarebbe stato uno studente di un'altra classe, richiamato dal trambusto e che ha avvisato il bidello.
All'istituto tecnico commerciale Da Vinci, dove è avvenuto l'incredibile episodio, il Consiglio di istituto ha preso una decisione pilatesca. Ovvero punire la classe con un mese di sospensione, ma con obbligo di frequenza. Inoltre, i ragazzi autori della violenza sono stati impegnati in lavori definiti «socialmente utili». Quasi un beffa, ma per la vittima: andare a svuotare i cestini delle altre classi durante l'intervallo. Molti colleghi della prof, storcono il naso. «Servivano pene ben più severe» sostengono.
«Una punizione ridicola, che mette in ridicolo noi adulti», tuona lo psicoterapeuta dell'età evolutiva Federico Bianchi.
«Si tratta dell'ennesimo episodio di violenza operata da un branco con l'accordo degli spettatori gaudenti che riprendono con il loro cellulare le scene che si presentano. È un caso gravissimo che ci fa capire che la situazione è ormai debordata. Purtroppo quello a cui assistiamo è l'impotenza da parte degli adulti di intervenire».Nelle classi italiane ormai crescono le belve di domani.
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