Il reddito di cittadinanza «per intero» senza scadenze, previa riforma dei centri per l'impiego. Dunque il «reddito di cittadinanza del M5S è nel programma» esulta la deputata Cinque stelle Laura Castelli lasciando il vertice del Pirellone. Prima è appunto prevista al riforma dei centri per l'impiego e poi l'avvio del reddito vero e proprio.
Un punto a favore del Movimento 5 Stelle. Ma anche la legge Fornero (5 miliardi l'impegno economico) verrà superata con la formula della «quota 100» (la somma tra anni di contribuzione ed età anagrafica), quindi un punto anche per la Lega che nella riforma delle pensioni ha una delle sue massime priorità.
Come pure la flat tax che è già entrata nel programma giallo-verde, nella versione con le due aliquote al 15% e al 20%. Ma Salvini incassa anche l'istituzione del ministro della Disabilità (ma c'è pure quello del Turismo), e poi gli asili nido gratis e l'Iva a zero sui prodotti per l'infanzia.
Ma anche i concorsi scolastici su base regionale. Mentre i grillini mettono l'acqua pubblica tra le priorità del governo. Mentre sempre la Lega smorza il tema del conflitto di interessi, che c'è tra i punti, ma molto annacquato rispetto alla versione originaria grillina. Nella versione comune invece il conflitto di interessi diventa l'impegno a riformare la giunta parlamentare per le elezioni «un organo anacronistico composto solo da politici».
Il secondo giorno di lavori al Pirellone delle due delegazioni Lega-M5s sul programma di governo finisce nel tardo pomeriggio (dieci i punti aggiunti ieri) e alla fine, anche se non è ancora chiuso (rinviate a oggi le banche), mancano solo «i punti e le virgole», assicura il capogruppo leghista Gian Marco Centinaio, «ci sono alcune limature su alcuni punti ma ci stiamo lavorando».
Per otto ore si è parlato dei punti lasciati in sospeso la giornata precedente, dunque lavoro, legge Fornero, riforme istituzionali (tagli al costo della politica e riduzione dei parlamentari), scuola e università, politiche per la famiglia, e reddito di cittadinanza. Non è continua, si prosegue oggi, per arrivare ad un programma che verosimilmente avrà 24 punti.
Mentre sul nome del premier restano le distanze, sulla bozza di programma c'è un apparente clima di concordia tra i due partiti. «Il lavoro è abbastanza lungo, perché il materiale è moltissimo, ma non ci sono punti dove non c'è accordo; ci sono match di pezzi di programma e soluzioni», spiega la grillina Castelli. «Lavori del tavolo Lega-5 Stelle per conclusi, tanti nodi risolti, contratto a buon punto. Riprenderanno domani (oggi, ndr) a Roma alle 14.30 presso gli uffici del gruppo alla Camera» twitta subito dopo la Lega.
In realtà risultano ancora nodi da risolvere sui capitoli infrastrutture, trasporti e rapporti con l'Europa. In particolare sul tema delle grandi opere la sensibilità tra leghisti e grillini, da sempre schierati col fronte No Tav e anche contro il gasdotto Tap, è molto lontana. Questo spiega il rinvio della discussione di un altro giorno e lo spostamento a Roma.
In tutto la bozza dovrebbe prevedere 24 punti su molti dei quali si è già trovata la quadra, spetterà poi ai tecnici mettere a punto la versione definitiva, visto che la bozza «è scritta a dieci mani». Di Maio e Salvini «avranno un ruolo fondamentale nell'esecutivo, indipendentemente dalla loro presenza interna nel governo» spiegano fonti di entrambi i partiti.
Più semplice l'intesa sui ministri: Giustizia, Economia, Esteri e Difesa potrebbero nel governo essere affidati a nomi scelti da Di Maio; alla Lega la guida dei dicasteri Interno, Sviluppo economico, Agricoltura e Lavoro.
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