L'esecutivo giallorosso è pronto a sacrificarlo sull'altare della prosecuzione di una claudicante esperienza governativa pur di non andare alle urne? Nessun problema, per Giuseppe Conte potrebbero spalancarsi nuovamente le porte dell'università degli studi di Firenze, che non lo ha mai dimenticato.
È direttamente il rettore dell'Ateneo fiorentino Luigi Dei a rivelare che per il sedicente avvocato del popolo non esiste il timore di restare senza poltrona. Magari non più posizionata dinanzi alla scrivania di palazzo Chigi, ma pur sempre una poltrona di grande prestigio. L'augurio, per il rettore, è che il professor Conte, ordinario di diritto privato all'università degli studi di Firenze, possa proseguire la sua esperienza di presidente del Consiglio. Tuttavia, nel caso in cui questa dovesse bruscamente interrompersi, il reinserimento nel corpo docente sarebbe un processo automatico. "Se Giuseppe Conte resterà a servire il Paese penso che possa fare bene e mi auguro che continui a farlo", ha infatti spiegato ad Ansa il dottor Luigi Dei. "Ma se non ci fossero le condizioni e questo non dovesse accadere, noi lo accogliamo ben volentieri a fare il suo lavoro".
Ovvero assumere nuovamente il ruolo che già ricopriva prima di essere nominato premier, inizialmente come mediatore tra Lega e CinqueStelle e poi come assoluto protagonista della politica italiana.
Il rettore ha spiegato ai microfoni dell'agenzia di stampa che non è stato avviato alcun contatto nè con Giuseppi nè coi suoi più stretti collaboratori per definire un eventuale ritorno nell'Ateneo fiorentino. La reintegrazione, come accennato, sarebbe infatti automatica. "Per questo tipo di incarico l'aspettativa è automatica. È stato un obbligo dell'Università metterlo in aspettativa, ed è un obbligo riammetterlo in ruolo al termine dell'incarico", ha puntualizzato ancora il dottor Luigi Dei. "Conte non ha chiesto all'Università di Firenze l'aspettativa, l'abbiamo data noi in automatico quando la segretaria della Presidenza del Consiglio dei ministri ci ha informato della sua nomina. E così, automaticamente, rientrerà in ruolo quando ci comunicheranno che ha cessato la sua carica, presumo quando qualcun altro giurerà come presidente del Consiglio".
Ovviamente non è questo che si augura il premier, alla ricerca disperata dei numeri sufficienti per poter continuare ad occupare il suo posto e scongiurare l'ipotesi di elezioni anticipate che tanto agita i sonni di grillini, dem e renziani. In caso contrario, per il professore il ritorno in cattedra potrebbe avvenire già a partire dal prossimo 22 febbraio, inizio del secondo semestre di lezioni.
"Se i suoi corsi sono calendarizzati per il secondo semestre", dice ancora il rettore in conclusione, "potrebbe tornare subito
in classe. Se invece fossero già stati fatti dai suoi sostituiti Conte tornerebbe a fare l'attività di professore, ricevendo studenti, facendo esami e ricerca, in attesa di tornare in cattedra a settembre-ottobre".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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