La pugile delle polemiche colpisce ancora la Carini: "Mi conosce da anni..."

Khelif rompe il silenzio: "Voleva solo indebolirmi. Bullismo contro di me"

La pugile delle polemiche colpisce ancora la Carini: "Mi conosce da anni..."
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Nel manuale del pugilato, la definizione di colpo potente racchiude in sé la combinazione degli elementi di forza, velocità e precisione. Più del destro in pieno volto ad Angela Carini, il colpo ben assestato di Imane Khelif lo assesta a parole.

La pugile algerina da fisionomia e contributo ormonale androgino, ha incassato per giorni jab e montanti che l'ambiguità del Cio le ha rovesciato addosso con il suo spannometrico approccio normativo. Ora, però, Khelif cerca di prendere in contropiede e portarsi a casa la vittoria a punti, con buona pace del verdetto unanime. Per farlo argomenta concetti e fa propri valori sui cui sa di poter trovare alleati al di là del fronte: bullismo, olimpismo, fede.

«Invio un messaggio per sostenere i principi olimpici, per astenersi dal bullizzare tutti gli atleti, perchè questo ha delle enormi conseguenze», sono le parole di Khelif. «Può distruggere le persone, può ucciderne i pensieri, lo spirito e la mente. Per questo chiedo di mettere fine al bullismo».

La 25enne algerina dice di trovare conforto nel confronto con la famiglia: «Sono preoccupati per me ma se Dio vuole tutto questo culminerà in una medaglia d'oro e sarebbe la risposta migliore». Un approccio morbido che fa un po' a pugni con le parole riservate a Carini («Mi conosce da anni, hanno usato questa campagna diffamatoria per indebolirmi») e con i toni meno soft di Abderrahmane Hammad, ministro algerino dello Sport. Che spiega come il Paese nordafricano abbia accantonato «risorse straordinarie per perseguire legalmente chiunque voglia minacciare o diffamare. Risponderemo a ogni provocazione con severità e forza. Continuano gli attacchi contro la nostra eroina Iman Khelif da parte di un organismo che non è riconosciuto dal Comitato olimpico internazionale», le sue parole, con riferimento all'Iba, l'Associazione internazionale della boxe. A fare quadrato, solo poche ore prima, era stato anche il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune: «Congratulazioni per la qualificazione, Imane Khelif. Hai onorato l'Algeria, le donne algerine e la boxe algerina. Saremo al tuo fianco qualsiasi sarà il tuo risultato. Buona fortuna per i prossimi due round e avanti, Imane».

Per Khelif, dopo l'esordio con Angela Carini anche la vittoria nel quarto di finale contro l'ungherese Hamori per verdetto unanime (5-0), con avanzamento in semifinale.

Grazie a quel successo si è già assicurata una medaglia nei 66 kg. Oggi incrocerà i guantoni con la thailandese Suwannapheng per l'accesso alla finale. Ma l'Iba insiste: «Imane Khelif e Lin Yu-Ting», pugile di Taiwan, «sono uomini».

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