Due arresti, cinque condanne e 6 aziende agricole sotto controllo giudiziario: ancora caporalato e sfruttamento a Foggia. In questo caso i braccianti venivano schiavizzati sia dal caporale che dal titolare di un'azienda. Ma c'è di più: chi voleva «risparmiare» sul caporale, teneva i migranti per giorni in container al limite del vivibile e senza servizi igienici.
L'indagine è partita lo scorso anno nell'ambito del progetto Su.Pr. Eme, la serie di interventi mirati a contrastare il caporalato e finanziato dalla Commissione Europea con la Puglia come «Coordinating Partner». Essa ha ricevuto ben 1 milione e 800 mila euro con l'obiettivo, tra i tanti, di eliminare le dinamiche relative ai ghetti foggiani. Nel 2020 è stato indetto un bando dalla Regione e per la realizzazione dei suddetti obiettivi è stata pensata una cogestione all'interno dell'Azienda Agricola Fortore, di proprietà proprio della Regione. La documentazione disponibile riguarda solo l'avviso di manifestazione di interesse e un cambiamento in corso d'opera che ha trasformato la gara in affidamento diretto. Dei passaggi e dei dettagli, niente. Il nome degli aggiudicatari si scopre infatti attraverso una conferenza stampa proprio nello stabile della Regione, alla presenza del Segretario Generale del presidente, Venneri, che presenta la «vincitrice» «Casa Sankara», capofila insieme ad altre piccole realtà.
Si scopre, però, che proprio la coop in questione, in quello stabile già operava almeno dal 2019, e che i progetti di lotta al caporalato e le attività connesse - almeno consultando il sito - sono ferme dal 2020.
La firma che si legge nei documenti, quei pochi presenti, è quella di Domenico De Giosa che nello stesso anno venne scelto personalmente da Emiliano tra centinaia di candidati come responsabile della sicurezza. Le critiche furono moltissime in quanto De Giosa è il suocero di Domenico De Santis, uomo del Pd, ai tempi il più fidato consigliere del Governatore e ora vice capo di Gabinetto.
Una vicenda che, a causa della mancanza di dettagli, ricorda quella del «finanziamento fantasma» per l'accoglienza nel ghetto di Borgo Mezzanone, quei 700 mila euro affidati dalla Regione a non si sa chi e che l'ente, in risposta al nostro articolo, ha subito replicato che la competenza è del Ministero. È vero, la gestione del CARA, cioè del centro di accoglienza migranti, è del Ministero, ma quel finanziamento riguarda l'esterno, il lotto 1, su terreno demaniale dato in concessione dalla Prefettura alla Regione per 19 anni.
Peraltro è impossibile non constatare che l'erogazione, del 12 ottobre 2021, era stata indirizzata agli uffici della Protezione civile: in quel momento alla dirigenza c'era Marco Lerario, arrestato proprio due mesi dopo a causa, tra le tante, di tangenti su un appalto a Borgo Mezzanone per la realizzazione di container. E proprio di container parla la risposta del Segretario Venneri che, come si legge in un documento dello scorso 12 dicembre, sono di competenza della Regione.
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