Pugno duro del governo contro le Regioni. E dal Tar assist a Conte

Il premier: collaborazione o sarà lockdown nazionale. Bocciato il ricorso della Calabria

Pugno duro del governo contro le Regioni. E dal Tar assist a Conte

Il governo tira dritto contro le Regioni. E dal Tar Lazio, che rigetta il ricorso della Calabria che chiedeva di allentare le misure restrittive nella zona rossa, arriva un aiutino. Mentre dalla Campania parte l'ennesimo affondo contro l'esecutivo giallorosso: il governatore Pd Vincenzo De Luca batte cassa. Per mettere fine al caos, il leader di Italia Viva Matteo Renzi rilancia la battaglia per la clausola di supremazia in Costituzione. La partita tra Regioni e governo, sulle misure da adottare per contenere la pandemia, non è affatto chiusa. Chiuso è però il discorso sulla divisione in fasce dell'Italia.

Il premier Giuseppe Conte - dalle pagine del Corriere della Sera - bacchetta i governatori: «Sono sei mesi che l'Iss sta sperimentando, insieme alle Regioni, questo meccanismo di monitoraggio. Le Regioni lo alimentano con i dati inviati periodicamente e ne certificano i risultati attraverso i loro rappresentanti che fanno parte della cabina di regia. Nessuno ha mai messo in discussione, prima di adesso, questo meccanismo e rifiutarlo significa portare il Paese a sbattere contro un nuovo lockdown generalizzato. I cittadini della Lombardia, del Piemonte, della Valle d'Aosta, della Calabria, non ne trarrebbero nessun beneficio. Senza contare l'ingiustizia di imporre lo stesso regime di misure che stiamo applicando alle Regioni rosse anche a cittadini che vivono in territori in condizioni meno critiche». Il capo dell'esecutivo scaccia i sospetti di un aiutino alle regioni «amiche» del Pd: «Chi ci accusa di agire sulla base di discriminazioni politiche è in malafede». E allontana dubbi sui dati taroccati: «Non oso neppure pensarlo. Significherebbe mettere scientemente a rischio la vita dei propri concittadini». Il pugno duro del governo contro le Regioni incassa l'assist del Tar che respinge un ricorso della Regione Calabria che chiedeva la sospensione del Dpcm del 3 novembre scorso con il quale la Regione era stata inserita tra le zone rosse. Un avvertimento per le altre giunte regionali, che oseranno contestare i provvedimenti del governo: «Emanare un atto che va contro la decisione del governo per allentare le condizioni da una zona rossa a zona arancione o gialla è un atto irresponsabile di propaganda che può fare molti danni sanitari», precisa il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. Domani, intanto, la cabina di regia elaborerà i dati sui contagi inviati dalle Regioni: occhi puntati su Liguria, Veneto, Toscana e Campania che nei prossimi giorni potrebbero passare dal giallo all'arancione.

Passi in avanti verso il dialogo sono arrivati ieri con l'incontro tra i rappresentanti della Regioni e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri per esaminare il Dl Ristori bis. Il titolare delle Finanze annuncia: «Ristori automatici per le Regioni in lockdown». Si infuria il governatore della Campania (fascia gialla) De Luca: «Ho posto in maniera stringente il tema dei congedi parentali a favore delle mamme impegnate nella cura dei bambini per la chiusura della didattica in presenza. Avevamo inviato al governo un testo normativo per garantire congedi parentali con il massimo della tutela economica per le lavoratrici.

Ancora questa mattina, abbiamo riproposto con forza questa necessità. Incredibilmente i rappresentanti del governo hanno ribadito di voler prevedere il congedo parentale solo per le cosiddette zone rosse. Ci sembra una posizione francamente inaccettabile». Lo scontro resta aperto.

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