Prende il tricolore italiano e pulisce la targa commemorativa dedicata a Lea Garofalo. Per questo il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, era finito al centro delle polemiche e delle critiche e la foto del gesto aveva fatto il giro del web, nei giorni scorsi.
Un gesto che potrebbe costargli anche la galera. L'articolo 292 del codice penale, infatti, dispone che"chiunque vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale o altro emblema dello Stato" venga punito con una pena pecuniaria, che "nel caso in cui il medesimo fatto sia commesso in occasione di una pubblica ricorrenza o di una cerimonia ufficiale" può essere aumentata. Al secondo comma, l'articolo stabilisce che "chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale o altro emblema dello Stato è punito con la reclusione fino a due anni".
Inoltre, una sentenza del dicembre 2003 della Corte di Cassazione, spiega che la bandiera nazionale deve essere sempre tutelata "per il suo valore simbolico, suscettibile, per sua natura" dalle lesioni che provengono "anche da semplici manifestazioni verbali di disprezzo, la cui penale rilevanza, ai fini della configurabilità del reato, richiede quindi soltanto la percepibilità da parte di altri soggetti".
Il gesto compiuto dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, sembrerebbe presentare, secondo quanto riporta la Verità, tutti gli elementi tipici del reato regolato dal secondo comma dell'articolo 292: intenzionalità del gesto, che
viene percepito come una forma di disprezzo nei confronti della bandiera, il deterioramento del tricolore, dovuto al fatto che è stato usato per lucidare la targa, e la ricorrenza pubblica in cui è stato commesso il gesto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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