Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stretto in una morsa. Da un lato il Pd, sempre più tentato dall'idea di nuovo governo senza l'avvocato del popolo, dall'altro il M5s, dilaniato dalla guerra interna tra Luigi Di Maio, Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Le tre anime del Movimento tengono in ostaggio un premier debole e isolato. Anzi, dal fronte dei Cinque stelle cresce la spinta per sbarazzarsi della coppia Conte-Casalino. Sono due le accuse che i pentastellati muovono a Conte: la prima è il progetto di formare un partito tutto suo, sottraendo voti proprio ai grillini, la seconda è l'atteggiamento troppo morbido con i dem. Due passi falsi bastano per chiudere l'idillio con l'avvocato in pochette. A difendere l'avvocato del popolo, nel Movimento, sono rimasti solo Beppe Grillo e il presidente della Camera Roberto Fico. Il comico genovese sarebbe pronto a riprendere in mano le redini del M5s. La missione non è riportare la propria creatura alle origini. Recuperando vecchie battaglie. Ma l'obiettivo di Grillo è un altro: salvare la poltrona del capo del governo. C'è però un ostacolo: i gruppi parlamentari (che decidono le sorti dell'esecutivo) sono saldamente nelle mani del ministro degli Esteri Luigi di Maio. La missione del garante si schianterebbe, dunque, contro la forza parlamentare di Di Maio. L'ex capo dei Cinque stelle vorrebbe riabbracciare Matteo Salvini. L'ostacolo si chiama Conte: non è un mistero che il premier sia il più convinto sostenitore dell'alleanza Pd-Cinque stelle. Nel piano di Di Maio, l'opzione di dare il benservito a Conte (anche con la complicità del Pd) metterebbe in discesa la strada verso il ritorno all'alleanza con la Lega. In alternativa rimetterebbe, comunque, in campo l'ipotesi della terza via: né con Salvini né con il Pd. Il titolare della Farnesina lavora anche sulla riorganizzazione interna del Movimento: Di Maio non vuole un nuovo capo ma spinge per una segreteria allargata da eleggere durante i prossimi Stati generali dei Cinque stelle. Contro l'inquilino di Palazzo Chigi remano altri due big del Movimento 5stelle: Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista. Il piano di Casaleggio jr - rilanciato dalle pagine del Corriere del Sera sembra uno schiaffo a Conte più che a Vittorio Colao. Ma la miccia che Casaleggio piazza sotto la poltrona di Conte è un'altra: lo stop alla deroga del limite dei due mandati per gli eletti grillini: il 90% degli onorevoli in carica va a casa. Una mossa che accelererebbe l'arrivo alla guida del Movimento del Dibba. E che spazzerebbe via Di Maio, Fico e gli altri ministri dei due governi Conte.
Casaleggio jr sa bene che Di Battista impiegherebbe poco tempo, da capo politico, a far saltare l'alleanza giallorossa. Conte perde terreno. Soprattutto ora dovrà guardarsi le spalle non solo dal Pd ma anche dal M5S. Le pugnalate arrivano da tutte le parti.
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