Atene Lo aveva detto qualche giorno fa, il 26enne stella dell'Nba Enes Kanter, di aver paura di ritorsioni dalla sua Turchia. Ed ecco la conferma giunta dal procuratore generale di Istanbul, che ne chiede l'estradizione. La sua colpa? Essere un anti erdoganiano convinto, così come dimostra ulteriormente il suo ultimo tweet rivolto al Sultano: «Io non ho paura di te».
Contro il giocatore di basket, che dal 2009 vive negli Stati Uniti, anche l'iscrizione in un speciale lista rossa internazionale dell'Interpol come un criminale o un jihadista dell'Isis con richiesta di estradizione. Tecnicamente, affinché un giudice accetti la richiesta del pubblico ministero, occorre la prova della sua appartenenza ad un'organizzazione terroristica, per cui serve del tempo: ma a preoccupare è il dato sociale e politico dell'intera questione.
Le cosiddette purghe di Erdogan non si fermano e hanno individuato nella star della Nba l'obiettivo da colpire. Il governo turco non manda giù il sostegno di Kanter al predicatore statunitense Fethullah Gülen, che la Turchia ha accusato del golpe farlocco di due anni fa. E pesa il movimento gülenista al pari di un'organizzazione terroristica dopo che i due, Erdogan e Gülen, sono stati sodali per anni.
Una rottura che si è trasformata in caccia selvaggia al gülenista, condotta plasticamente a 360 gradi dal governo di Ankara, contro attori, sportivi, giornalisti e avversari politici.
Oggi Kanter, centro dei New York Knicks, non potrà seguire il suo team impegnato in un incontro a Londra contro i Washington Wizards per via del suo visto: non ha ancora la cittadinanza americana né il passaporto statunitense che potrebbe offrirgli protezione, quindi non può rischiare di viaggiare oltreoceano.
«Erdogan utilizza l'Interpol come strumento per arrestare i suoi critici in altri Paesi» ha twittato il giocatore, aggiungendo di non poter prendere parte al viaggio in Inghilterra per paura di essere ucciso dagli 007 turchi.
E sulla stampa americana ha ricordato il giorno più brutto della sua vita: era il 20 maggio 2017 e si trovava in Indonesia per un'iniziativa sportiva legata a un nuovo campo di gioco per bambini. Nel mezzo della notte fu tirato giù dal letto dal suo manager perché la polizia indonesiana lo cercava, dopo una segnalazione del ministero della Giustizia turco che aveva spiccato un mandato di arresto nei suoi confronti. Da lì la fuga in aeroporto per uscire dal Paese, ma dopo il volo Singapore-Bucarest ecco un'altra sorpresa: il governo turco aveva annullato il suo passaporto e pertanto non poteva entrare in Romania. Poi la matassa venne sbrogliata dall'intervento di un senatore dell'Oklahoma.
Anche la famiglia di Kanter ha subito alcune vessazioni: nonostante non veda il giocatore da alcuni anni, è stata sottoposta a rappresaglie e minacce, come sputi e insulti diretti contro suo padre in un supermercato, oltre a numerose telefonate anonime.
I frutti del presunto colpo di Stato in Turchia del 2016 si
ritrovano nei numeri: il presidente Erdogan ha scatenato un'enorme epurazione di massa, licenziando più di 100mila lavoratori del settore pubblico e arrestando oltre 50mila persone tra docenti universitari, giudici e giornalisti.
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