Putin, supermissili in serie. "Il messaggio è chiaro..."

Il leader ordina la produzione degli "Orechnik" e minaccia l'Occidente. La Nato: un vertice d'urgenza

Putin, supermissili in serie. "Il messaggio è chiaro..."
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Il fatto che dalla Russia si sbandieri il rischio di escalation non dovrebbe fare particolarmente impressione, dato che si tratta della centoventesima volta dall'inizio del conflitto. Ma l'ennesima minaccia che arriva dal Cremlino questa volta ha alcune connotazioni concrete, i cui sviluppi sono ancora da valutare. Uno su tutti, il missile balistico ipersonico Orechnik, utilizzato l'altro giorno per colpire l'Ucraina. Vladimnir Putin è tornato a parlare del suo nuovo giocattolino annunciando che intende produrlo in serie e considerata «la situazione e del carattere delle minacce alla sicurezza posta alla Russia», intende lanciarne altri anche in condizioni di combattimento. Il tutto, dopo l'ennesima minaccia all'Occidente di colpire, in buona sostanza, chiunque aiuti Kiev, con il risultato di spaventare da una parte, ma anche di compattare il fronte anti-Russia.

Il nuovo missile, capace di lanciare più testate nucleari contemporaneamente che si aprono ad ombrello, rappresenta infatti un'escalation sì, ma della minaccia. Al punto che il fedele portavoce di Putin Dmitri Peskov arriva a lanciare un messaggio che fa proprio lo stile dell'intimidazione mafiosa: «Per gli Usa il messaggio è stata molto comprensibile, logico» parlando ancora di conflitto globale, salvo poi tornare al consueto «Putin rimane aperto al dialogo». Di contro, il segretario generale della Nato Mark Rutte ha convocato una riunione del Consiglio Nato-Ucraina per martedì. Il vertice, che si terrà a livello di ambasciatori, servirà per discutere con urgenze delle ultime novità in arrivo dal campo di battaglia, in particolare proprio il nuovo super missile russo e le eventuali contromisure.

Anche perché le reazioni mondiali sono state, ovviamente, differenti. Con Zelensky che chiede nuove difese aeree, su tutte spicca quella di Pechino, l'alleato ombra che Mosca vorrebbe più presente ma che si guarda bene dallo scendere in campo. «Calma e moderazione», chiede la Cina. «Tutte le parti dovrebbero mantenere la calma ed esercitare moderazione per creare le condizioni per un cessate il fuoco e una soluzione politica della crisi», ha detto il portavoce della diplomazia di Pechino Lin Jian. Parla invece di «una spaventosa escalation, esattamente come quando Putin ha assoldato i nordcoreani» il cancelliere tedesco Olaf Scholz, confermando il pieno sostegno della Germania all'Ucraina. Il primo ministro polacco Donald Tusk denuncia la «reale minaccia di un conflitto globale» con la guerra che «sta entrando nella sua fase decisiva. Lo sappiamo tutti. Sentiamo che si sta avvicinando l'incognito». Dopo l'incontro tra il ministro degli Esteri britannico David Lammy e quello francese Jean-Noel Barrot è stato invece ribadito che i due Paesi faranno «tutto il necessario» per sostenere l'Ucraina e raggiungere una pace duratura, specificando un volta di più che è stata la «guerra su vasta scala e senza provocazione» della Russia a far degenerare la più grande guerra nel continente europeo dalla Seconda guerra mondiale» accusando direttamente Putin.

In attesa delle mosse, in un modo o nell'altro decisive di Donald Trump, stride il pieno sostegno a Mosca da parte del leader nordcoreano Kim Jong-Un che dopo l'invio di truppe nel Kursk vuole consolidare l'alleanza con Mosca.

Proprio mentre, non a caso, la BBC ha documentato come più di un milione di barili di petrolio siano arrivati a Pyongyang dalla Russia a partire da marzo. La moneta con cui la Russia ripagherebbe la Corea del Nord dell'aiuto militare. Bielorussia, Corea del Nord e Iran, l'asse su cui può contare Mosca. Della serie: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.

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