L'ultima idea dello Sport horror show è una vecchia idea: mettere sul ring un pugile vero ed una sorta di lottatore. Nel 1976 Muhammad Alì, allora campione del mondo, fece circo con il giapponese Inoki a Tokyo, un lottatore vero. Floyd Mayweather jr., ormai ex del quadrato da due anni, farà soldi contro Conor McGregor, combattente irlandese multi uso, re della MMA che significa Mixed Martial Arts, sorta di combattimento in insalata mista: wrestling, lotta, pugni. Ci sarebbe da prendere e spegnere la Tv ed archiviare il tutto alla voce: buffonate! Invece no! Questa è una cosa seria, materia di studio per filosofi, psicologi e magari psichiatri. Mentre i giornalisti si limiteranno a cronache e commenti.
Domani notte, sul ring della T-Mobile Arena di Las Vegas, andrà in onda (termine non casuale) il match-non match a maggior incasso della storia: si parla di circa 440 milioni di dollari (375 milioni di euro) spesi in abbonamenti pay per view per vedere un lottatore, alla prima esperienza sul ring, che dicono abbia un sinistro al tritolo, e il pugile rimasto imbattuto in carriera, come solo Rocky Marciano: entrambi si sono fermati a 49 incontri vinti. Dunque, si parla di un incasso pay superiore a quello del mondiale, di due anni fa, tra Mayweather e Manny Pacquiao, che fece appunto record. Oggi siamo a 300mila abbonamenti in più. Senza contare i 20mila spettatori presenti che porteranno al botteghino circa 72 milioni di dollari, perché i biglietti andavano da 500 fino al posto Platinum da 14.995 dollari.
Fra l'altro Mayweather vorrebbe turlupinare il mondo dicendo che questo sarà il 50esimo successo e magari riuscirà a convincere qualcuno, nel caso vittoria sia.
Ma il problema non è che il match (con arbitro e tre giudici, uno italiano, regole della boxe, categoria superwelter e guanti da 8 once in deroga al regolamento che ne vorrebbe 10) sia più o meno fasullo: roba da circo con ballerine e trapezisti. Oppure che McGregor irlandese tatuato, linguacciuto, arrogante e fisicamente prorompente, possa battere o non battere il pugile vero, seppur ex e un po' rammollito nel fisico. Il problema è capire perché un pubblico così vasto, in nome di uno spettacolo inventato e senza alcun senso sportivo, vada a buttar soldi per un simil-match di boxe, un succedaneo alla stregua delle uova di muggine per il caviale, di un tizio che preferisca la bambola gonfiabile ad una bella donna o del pubblico romanista che sogna Totti in calzoncini ed, invece, gli tocca vederlo in giacca e cravatta.
Si dice: curiosità! Magari, anche quella di veder se Donald Trump e moglie si presenteranno a bordo ring come fecero per Mayweather-Pacquiao. Il presidente è stato organizzatore di boxe e arti marziali.
Poi c'è la boxe e il suo mondo ormai avvizzito, senza campioni, senza match che emozionino, senza speranza sul futuro, aggrappata ad ogni business. Mayweather è stato re dell'antispettacolo, grandi qualità tecniche, ma noioso. L'ultimo mondiale attraente e dotato di buon pugilato lo hanno fornito due pesi massimi: il quasi pensionato Vladimir Klitschko e Anthony Joshua, l'inglese dalle belle speranze. La boxe si è arresa definitivamente allo show da circo per trovare modo di sentirsi viva. Stavolta il pubblico lo ha portato il giovane irlandese (29 anni) del circuito dei lottatori Ufc, dotato di audience di giovanissimi e che ha superato il pugilato nelle vendite pay. Il vecchio Mayweather (40 anni) terrà ancora fede al soprannome Money: incasserà 100 milioni di dollari, con la speranza di quadruplicare se tutti gli obbiettivi saranno raggiunti. McGregor invece, soprannominato Notorius, si fermerà a 75 milioni di dollari.
Ecco dove finisce la curiosità e inizia il business.Money ha promesso sangue e arena. Tyson è andato oltre, dicendo: «Notorius sta per morire di boxe». Un'altra buffonata a uso dei bookmakers. Sarebbe stato più realistico dire: morirà la boxe.
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