Lucia Serlenga
Profumo di cipria, dolcezza dei toni pastello moltiplicati fra le pieghe dei tessuti, il rito della vestizione di una regina con il sottofondo della canzone I want candy dei Bow Wow: il capolavoro della regista Sofia Coppola dedicato a Marie Antoinette (2006) è uno dei momenti più belli del cinema contemporaneo. L'atmosfera in cui si muove l'attrice Kirsten Dunst, ci ricorda che la regina, nata a Vienna, nel 1755, si trasferì a Versailles all'età di 14 anni per sposare al delfino di Francia Louis Auguste, nipote del re Louis XV.
Una ragazza che si annoia da morire e che per questo si tuffa nella sfrenata sequenza di balli, capricci, dolciumi e nel lusso di abiti di seta lievi e giocosi che volano con la sua voglia di divertirsi. A corte soffia un vento di frivolezza e creatività mai sentito fino ad allora. Un'idea di stile che avrebbe influenzato in modo straordinario la moda del XVIII secolo. Per questo diventa imperdibile la mostra Marie Antoinette. I costumi di una regina da Oscar che da oggi e fino al 27 maggio si può gustare nelle sale del Museo di Tessuto di Prato. Da Prato a Versailles il passo è breve per calarsi, fra costumi di scena, installazioni multimediali e proiezioni, in una sfarzosa atmosfera di corte. Il racconto di Sofia Coppola ha voluto tratteggiare il profilo di una Maria Antonietta adolescente dei nostri giorni catapultata in un contesto di rigidità e convenzioni. Una collisione magistralmente dipinta dalla celebre costume designer Milena Canonero che nel 2007 per questo film riceve il Premio Oscar. «La ricerca dei materiali è stata minuziosa, lunga e complessa, soprattutto per quanto riguarda le rifiniture con l'impiego di merletti, ricami e applicazioni, alcuni dei quali addirittura originali dell'epoca» spiega Alessandra Cinti, titolare della Sartoria The One che ha realizzato i costumi per la pellicola. «Una volta cucite ai costumi, le rifiniture hanno contribuito a valorizzare la preziosità dei tessuti, come nel caso dell'abito in seta dalla mano croccante che Maria Antonietta indossa per l'incoronazione, uno dei più belli e complessi di tutta la produzione» conclude. Il film ha segnato anche un nuovo modo di interpretare il soggetto storico nel cinema: la selezione sweet candy dei colori ha reso preziosa, contemporanea e glamour l'immagine della regina che osando dettagli paradossali come le scarpe di Manolo Blahnik e le All Star Converse, collega prepotentemente il passato al contemporaneo.
In mostra, fra gli oltre venti costumi maschili e femminili, ci sono anche l'abito invernale da giorno indossato dalla protagonista alla partenza dalla corte di Vienna e quello composto da busto e doppio panier della famosa scena della vestizione alla francese, dai costumi indossati da Maria Antonietta e Luigi XVI per l'incoronazione a quelli legati agli incontri con il Duca di Fersen e Madame du Barry fino a quelli delle scene della fuga da Versailles. E se questo non bastasse per calarsi nel Settecento, vale la pena di visitare, nello stesso museo, presso la Sala dei Tessuti antichi, la bellissima mostra «Il Capriccio e la Ragione.
Eleganze del Settecento europeo», organizzata in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi e Museo Stibbert di Firenze, dedicata all'evoluzione dello stile e della moda nello stesso secolo, aperta al pubblico fino al 29 aprile 2018.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.