Quei 42 "non ricordo" del Toninelli smemorato ai processi contro Salvini

La testimonianza acquisita per Open arms: non sa se ha votato per mandarlo alla sbarra

Quei 42 "non ricordo" del Toninelli smemorato ai processi contro Salvini

L'ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli deve avere un nuovo calo di memoria, visto che non ricorda neppure di fronte all'evidenza.

Nella trascrizione integrale della sua testimonianza al tribunale di Catania per il caso Gregoretti, che vede imputato l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini per sequestro di persona, sono 42 i «non ricordo», «sono passati 2 anni», «non posso ricordare» pronunciati dal pentastellato. Eppure lui nega la realtà citando addirittura il documento che, se letto, rende l'idea di quanto imbarazzanti siano state le sue risposte. Una continua contraddizione nelle dichiarazioni che ha indotto l'avvocato del leader della Lega, Giulia Bongiorno, a chiedere che nel processo attualmente in corso a Palermo sul caso Open Arms si tenesse conto anche della testimonianza traballante che Toninelli rese a Catania.

«Eccovi la verità - ha scritto ieri il senatore a 5 stelle su Facebook mostrando poi in un video, tra le altre, anche la prima pagina del Giornale sulla sua figuraccia - sul non ricordo di cui sono stato ingiustamente accusato a reti unificate. Era tutto falso! Lo potete leggere nella trascrizione integrale della mia testimonianza al Tribunale di Catania. Alla faccia di chi diceva che non ricordassi nulla». E ancora: «Sul caso Open Arms ho risposto sì, ricordo, sia al giudice che all'avvocato Bongiorno (ex ministro del Conte I). Ma a causa delle falsità che sono state dette ovunque sul mio conto ho ricevuto minacce e insulti di ogni tipo».

Peccato che a leggere la trascrizione della testimonianza la realtà che appare è tutt'altra. Toninelli, è chiaro, cerca di svicolare da responsabilità, di tramutare la realtà in qualcosa che volga a suo favore, tanto che a un certo punto risponde anche: «Chiedetelo al diretto interessato», ovviamente Salvini.

L'ex ministro deve avere la memoria tanto corta che quando il giudice gli chiede se ricorda «qual era l'accordo relativo alla questione dell'immigrazione clandestina, soprattutto dall'Africa verso le coste italiane? Qual era la posizione in questo contratto di governo?», risponde: «Non ricordo perché non fu una parte che mi competeva, era diverso per argomenti quel tavolo e la parte relativa all'immigrazione clandestina non mi competeva». Peccato che del suo ex ministero fa parte anche la Guardia costiera, che da anni si occupa anche di recupero dei migranti. Come è possibile che un ministro non sappia cosa c'è scritto nel contratto che il suo partito ha firmato per andare a governare?

Ma è su Open Arms che arrivano le vere sorprese perché, dopo aver risposto al giudice che ricorda l'evento, all'avvocato Bongiorno Toninelli rende dichiarazioni contraddittorie. «Quindi in questo caso c'è anche la sua rma, giusto?», chiede la legale di Salvini. Toninelli: «Ma ovviamente la do per certo, non ricordo quante furono le occasioni in cui io firmai».

L'ex ministro non fa che arrampicarsi sugli specchi, di fatto cadendo nel dare ragione a Salvini: «Confermo, se ho contezza, cosa che oggi non posso avere per ovvi motivi di tempo trascorsi, il fatto che io oggi non ho contezza di quali siano gli accadimenti precedenti. Le dico se quel caso di cui lei ha parlato è avvenuto in acque Sar maltesi, che per le convenzioni internazionali debbono imporre a chi ne ha la responsabilità giuridica di intervenire, farsi carico dei migranti, le confermo. Ma siccome oggi non ricordo, le dico non ricordo».

Sempre su Open Arms: «Io non posso avere un ricordo preciso, abbia pazienza, è passato ormai un anno e mezzo».

E la cosa grave è che non si ricorda neanche se ha votato o meno al Senato per mandare Salvini a processo. Da chiedersi se con la testa fosse lì o altrove.

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