Quei giochetti delle Ong con i migranti: stop agli sbarchi per evitare la quarantena

Porti italiani a rischio, si resta fermi per il virus. La Grecia congela gli asili

Quei giochetti delle Ong con i migranti: stop agli sbarchi per evitare la quarantena

Se fino a un mese fa l'Italia continuava a mantenere, su tutti gli Stati dell'Ue, il triste primato degli sbarchi di immigrati senza titolo, sbarcati dalle navi delle Ong di tutta Europa, è bastato diffondere l'allarme dell'epidemia da Coronavirus, farlo rimbalzare anche sui media al di là del Mediterraneo, per essere snobbati anche da tutti gli africani in procinto di salire sui barconi per approdare nel Belpaese. Ed è stato sufficiente mettere in quarantena la nave della Ong francese Sos Mediterranée, la Ocean Viking e prima ancora quella della tedesca Sea Watch, per disincentivare le organizzazioni ad avvicinarsi alle nostre coste. Anzi è proprio l'esercito dei soccorritori che in questi giorni ha alzato gli scudi contro le misure a tutela della salute. Di immigrati, di cooperanti e così di cittadini italiani che verrebbero a contatto reciprocamente. Eppure queste misure agli equipaggi delle navi Ong non piacciono perché limitano la loro attività.

E invece nell'era del Coronavirus è proprio sulla tutela della salute che bisogna puntare i riflettori conoscendo bene i dati che da tempo sono diffusi fin dall'Oms per quanto e relativi alla presenza consistente di immigrati positivi alla tubercolosi: più del 3% come riporta l'ultimo rapporto dell'Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Per un malato di Tbc essere contagiato anche dal Covid-19 non faciliterebbe la guarigione. E non bisogna essere immunologi per comprendere, in casi di questo genere, l'importanza della prevenzione e quindi della quarantena. Tuttavia per le Ong la questione rimane spinosa tant'è che abbandonata la rotta per l'Italia stanno cercando di aprire quella verso Spagna e Grecia.

Ma il successo al momento non è assicurato. Gli ellenici non hanno provveduto ad alcuna apertura dei porti nemmeno per i barconi alla deriva in prossimità della costa. Stando alle notizie divulgate da Alarm Phone uno di questi avrebbe a bordo una cinquantina di immigrati e una quindicina di minori. Ma il governo di Atene per tenere a bada gli arrivi ha emanato un decreto che sospende la presentazione delle domande di asilo almeno per tutto il mese in corso. Provvedimento che ha lasciato fuori dalla frontiera circa 10mila persone in procinto di attraversare la striscia di terra al confine con la Turchia. Quanto alla Spagna invece le frontiere della terraferma risultano strettamente controllate e gli immigrati continuano a sbarcare nelle isole Canarie. Ma è proprio da qui che parte l'offensiva del governo iberico che ha rimesso mano ai rimpatri cercando di velocizzarli il più possibile.

Insomma ogni Paese europeo mette in campo le armi che crede più adatte a limitare i contagi. La Germania ad esempio ha deciso di tutelare gli immigrati e i loro accompagnatori in Italia che secondo il trattato di Dublino sarebbero dovuti essere ridistribuiti nella nostra Penisola. A causa dell'emergenza sanitaria il governo di Angela Merkel ha deciso di sospendere il rientro.

A tutt'oggi nessun immigrato approdato in Italia risulterebbe positivo al test, vero è che i test dovranno essere comunque ripetuti nelle due settimane di quarantena. Altrettanto vero che non si è assolutamente certi del numero di contagi effettivi in tutto il continente africano né delle eventuali misure di prevenzione adottate.

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