Quell'audizione di Caravelli al Copasir per sciogliere i nodi Libia e Paragon

Il capo dell'Aise in Parlamento. Presto Mantovano

Quell'audizione di Caravelli al Copasir per sciogliere i nodi Libia e Paragon
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La maggioranza e il governo puntano a riportare il caso, anzi, i casi che nelle ultime settimane hanno coinvolto gli apparati di sicurezza, nella sede più opportuna per la loro discussione, quella segreta del Copasir. Per chiudere così giorni lunghissimi di fibrillazione che hanno esposto i servizi segreti e Palazzo Chigi agli attacchi incrociati delle opposizioni. E di fatto respingendo le loro richieste di riferire in Aula, perché si tratta di temi che riguardano la nostra sicurezza nazionale. I dossier, insomma, vanno ricondotti a un ambito di segretezza. Mossa necessaria per evitare uno stillicidio mediatico quotidiano che non è utile a nessuno, è la linea della maggioranza. Anche alla luce delle dichiarazioni di Salvini che aveva parlato di un «regolamento di conti» nell'intelligence. Ieri il direttore dell'Aise, la nostra agenzia di sicurezza esterna, Giovanni Caravelli, è stato ascoltato al Copasir sull'ultimo episodio che ha innescato sugli 007 e su Palazzo Chigi una spirale di ombre e sospetti, respinti con decisione dall'esecutivo. Lo spyware Graphite, dell'azienda israeliana Paragon, inoculato, non si sa da chi, nei cellulari di alcuni attivisti della ong Mediterranea, tra cui Luca Casarini, e del direttore di Fanpage Francesco Cancellato.

Un presunto spionaggio illegale da cui il governo aveva subito preso le distanze, mentre il Guardian e la testata Haaretz rivelavano che l'azienda israeliana forniva la tecnologia alla nostra intelligence e una nostra forza di polizia. E che avrebbe rescisso il contratto con lo Stato italiano per il mancato rispetto dei termini di utilizzo. A Caravelli, dunque, i membri del Copasir hanno potuto chiedere direttamente se l'Agenzia che dirige utilizzava quella tecnologia o no. Ma la presenza del direttore dell'Aise ha aperto a una sfilza di domande anche su un altro dossier scottante che ha coinvolto i nostri 007, il rimpatrio del generale libico Almasri, avvenuto a bordo in un aereo dei servizi, da cui il torturatore è sceso ed è stato immortalato in una foto che ha fatto il giro del mondo. Un impatto mediatico che ha messo in difficoltà Palazzo Chigi. A quanto si apprende le domande a Caravelli sono state molte e dettagliate. E non è finita qui perché al Copasir potrebbe essere chiamato sul caso Paragon anche il sottosegretario Alfredo Mantovano, in qualità di autorità delegata per la sicurezza. Di certo al Comitato parlamentare per la sicurezza sarà convocato anche il Procuratore di Roma Francesco Lo Voi, dopo la denuncia del Dis depositata a Perugia.

Il Dipartimento che coordina i nostri due rami dell'intelligence, gli contesta la violazione della legge speciale istitutiva dei servizi. Sotto accusa la gestione di atti riservati nel fascicolo nato da una denuncia del capo di gabinetto della premier, Gaetano Caputi. Secondo Lo Voi il Copasir sarà l'unica «sede opportuna» per fornire i suoi chiarimenti.

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