È bastato che Alessandro Basciano, muscoloso e tatuato influencer, facesse vedere al giudice che l'aveva arrestato per stalking la copia dei messaggi che si era scambiato con la sua ragazza Sophie Codegoni: e le prove che lo avevano fatto finire a San Vittore sono svanite. Liberato immediatamente, senza nessuna restrizione, neanche il divieto di avvicinare Sophie. Buon per lui, si dirà. Gli errori sono sempre possibili. E meno male che ha trovato un giudice intelligente, disposto a fare retromarcia sulle sue stesse decisioni.
Tutto vero. Ma il caso di Basciano racconta qualcos'altro. Perché il giovanotto è la rappresentazione perfetta di quanto sia sensata la norma che il Parlamento ha approvato nell'agosto scorso, e che i magistrati organizzati e i loro giornalisti di riferimento hanno dipinto come una follia e un regalo ai criminali. Articolo 291 del codice di procedura penale: «prima di disporre la misura (ovvero di spedire un indagato in carcere, ndr) il giudice procede all'interrogatorio della persona sottoposta alle indagini». Una inversione di quanto accadeva finora: invece di mandarti in galera e tirarti fuori se le tue spiegazioni mi convincono, prima ti chiedo le spiegazioni e se non ti convincono vai al fresco. Puro buon senso. Eppure contro questa norma sono partiti gli strali dell'Associazione nazionale magistrati, e di una marea di singole toghe (basti leggere quanto ne ebbe a scrivere su Giustiziainsieme.it l'ex pm palermitano Costantino De Robbio). Oltre a essere contestata, la norma è stata largamente disapplicata, infilando col «copia e incolla» qualche riga in fondo al mandato di cattura per spiegare che l'interrogatorio preventivo proprio non si poteva fare. Anche l'interrogatorio preventivo, insomma, sta avendo la sorte di altre leggi sgradite, dribblate oltre che criticate.
Anche a Basciano è stato riservato lo stesso trattamento. Se gli fosse stata applicata la legge, se fosse stato convocato dal giudice e gli fossero state contestate le accuse, avrebbe potuto mostrare subito gli screenshot che lo scagionavano.
Lui si sarebbe risparmiato due notti in cella, il giudice e il pm si sarebbero risparmiati la brutta sensazione di avere fatto uno sbaglio. Ma al dottor Santalucia, presidente dell'Anm in stato di indignazione permamente, chi lo spiega?
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