Quelle offese da brivido mai punite

Da Asia Argento a Murgia e Scanzi, il festival degli insulti sessisti

Quelle offese da brivido mai punite

E scluso Morra, l'ultima prodezza l'ha firmata Natangelo, vignettista del Fatto Quotidiano. «Il dolore di Silvio», è il titolo del fumetto di cattivo gusto, condiviso su Twitter. Si vede un Silvio Berlusconi che secondo Natangelo sarebbe affranto per l'addio agli azzurri della deputata Laura Ravetto, passata alla Lega di Salvini. Sopra la testa dell'ex premier c'è una nuvoletta: «Peccato era brava, la Ravetto, sapeva fare una cosa con la lingua che...». Repertorio da caserma o linguaggio da osteria, restano il sessismo e una rovinosa caduta di stile. Ma le donne di centrodestra molto spesso sono il bersaglio preferito degli insulti di altre donne. Si veda alla voce Asia Argento, già paladina del #metoo. Siamo a febbraio del 2017. L'attrice fotografa, di nascosto, la leader di Fdi in un ristorante romano. Quindi pubblica la foto su Instagram. Il commento tradotto dall'inglese suona così: «Schiena lardosa della ricca e senza vergogna, fascista beccata a mangiucchiare». La dose di bodyshaming è servita sui social. Sempre sul tema degli sfottò sui veri o presunti difetti fisici, c'è Marco Travaglio, direttore del Fatto, più volte accusato di prendere in giro il deputato ed ex ministro di Forza Italia Renato Brunetta per via della sua altezza. L'ultimo riferimento in un editoriale del 22 settembre scorso, dove Brunetta veniva definito «mini-indovino». Un po' come faceva il fondatore del M5s Beppe Grillo, abituato a giocare sulla statura di Berlusconi, soprannominato dal comico «nano» e «psiconano». Tra indignazione a intermittenza e accuse di sessismo a corrente alternata, nell'elenco non può mancare Daniela Santanché, attualmente deputata di Fdi. Presa di mira nel 2013 dall'ex ministro M5s dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, allora profesore all'Università di Pretoria in Sud Africa. Come rivelato l'anno scorso dal Giornale l'ex pentastellato su Facebook commentava così una performance televisiva della parlamentare: «Se fossi una donna mi alzerei e le sputerei in faccia, con tutti gli zigomi rifatti». La Santanché, insieme alla deputata di Fi Michaela Biancofiore, riceve un trattamento simile nello stesso anno da Andrea Scanzi, giornalista di punta del Fatto Quotidiano. Ecco un estratto del post Facebook incriminato, fin troppo eloquente nella sua trivialità: «Ciò detto e ribadito, scusandomi oltremodo per i toni grevi da Cioni Mario, mi sento di condividere una recente massima di mio padre. Questa: «Se nella mia vita avessi conosciuto solo donne come la Santanché o la Biancofiore, o entravo in seminario o mi ustionavo dalle seghe».

E poi c'è la scrittrice Michela Murgia. Che a Otto e Mezzo a fine settembre parla di Salvini, spiegando che un politico con «il muso unto di porchetta» non è credibile nelle vesti del moderato. Per la Murgia il leader leghista evidentemente somiglia più a una specie di bestia provvista di «muso» che a una persona dotata di faccia.

Virando di nuovo sul tema della svalutazione della donna di centrodestra, troviamo Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia.

Vittima due anni fa di una sequela di insulti sessisti irripetibili da parte dei fan di una pagina Facebook vicina al M5s, che aveva condiviso un video di un suo intervento alla Camera in difesa di Berlusconi, scatenando la canea degli haters. E adesso con Morra è stato oltrepassato l'ennesimo limite.

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