Uno scontro totale, che spalanca le porte a una fine legislatura movimentata per la leadership di Giuseppe Conte. Insomma, ancora non si è insediato alla guida dei 5 Stelle e per l’ex presidente si preannunciano grossi problemi. Tra fronde nascenti e tentazione di scissioni, la gestione dei gruppi parlamentari non sarà proprio una passeggiata di salute. E dire che proprio Conte, nell’intervista a DiMartedì su La7, ha sostenuto di avere buoni rapporti con gli eletti.
"Credo che le leadership nei fatti si affermino nel dialogo e nella capacità di creare sintesi. Con i gruppi M5s ho ottimi rapporti, sia al Senato che alla Camera", ha affermato. “Davvero una bella battuta, meglio di una barzelletta”, è una delle frasi circolate nelle chat interne del Movimento. "Con noi parla con il contagocce, nessuno sa davvero quale sia il progetto. Forse ne sa di più Di Battista, visto che lo cita in ogni intervento", è la chiosa.
Guerriglia dalla Rai al Colle
Così, dietro le parole di apprezzamento in pubblico, c’è un malumore finito ormai fuori controllo. “Sta per nascere il Movimento 5 amici di Conte”, afferma una fonte parlamentare, riferendosi al fatto che il leader è intenzionato a circondarsi di fedelissimi. Ma questa strategia dovrà fare i conti con i numeri in Parlamento. Secondo quanto apprende IlGiornale.it, la guerriglia potrebbe scattare quando si tratterà di votare i nuovi dirigenti in Rai, praticamente fin da subito. Ma non solo. L’obiettivo è quello di incidere addirittura sull’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Il ragionamento è semplice: “Se vuole farci fuori, ignorando chi ha portato il Movimento a essere la prima forza in Italia, gli daremo filo da torcere in questi mesi”.
I parlamentari si dicono dello scarso coinvolgimento. Il racconto di uno di loro è emblematico: “Per avere informazioni sul progetto di Conte, dobbiamo chiedere novità ai colleghi del Partito democratico. Sembra assurdo, ma è successo. Loro sono a conoscenza di aspetti di cui siamo tenuti all’oscuro”. Ma il bersaglio dei malumori non è solo Conte. La gran parte degli eletti è furiosa con Vito Crimi, il capo politico reggente che ha assistito l’ex premier in questa fase. “Dà tutto per scontato, crede che i gruppi parlamentari accetteranno tutto a scatola chiusa, per di più mettendoci i soldi per finanziare il progetto”. Sottolinea un altro esponente pentastellato: “Crimi avrebbe dovuto mettere in guardia Conte dalle tentazioni personalistiche, facendogli da Cicerone su come approcciarsi. Invece è stato seguito lo stesso, identico, modello del passato, che ha portato solo a fallimenti. L’Uomo della Provvidenza che accentra e decide tutto”.
Segreteria anti-Di Maio
Uno dei punti caldi è rappresentato dai nomi che formeranno la segreteria politica, il fatidico organo collegiale indicato da Conte. Secondo i timori espressi da un nutrito gruppo di eletti del M5S, i profili saranno proposti con la formula del “prendere o lasciare”. E c’è chi adombra, in un clima velenoso, il rischio di voler lasciare fuori gli uomini più vicini a Luigi Di Maio. Stando a questa analisi, il leader dovrebbe offrire uno strapuntino a tutte le anime del Movimento, per evitare eccessive grane, puntando a indebolire proprio chi è rimasto leale al ministro degli Esteri.
E soprattutto per forgiare un soggetto a propria immagine e somiglianza. “Pieno di esponenti della società civile, quelli che sono i suoi amici”, chiosa, amaramente, un parlamentare. Ma c’è un avviso al navigante: Di Maio, nei 5 Stelle, ha ancora un peso importante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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