Nelle dinamiche altalenanti della politica italiana, un punto fermo è costituito dal lungo regno repubblicano del presidente Sergio Mattarella, il saggio arbitro supremo riconosciuto totalmente imparziale da tutte le forze, estreme comprese.
Nel 2022, quando aveva già avviato il trasloco da Palermo allo scadere del primo mandato, impose un'unica clausola ai segretari di partito che lo scongiuravano di restare: un mandato pieno di sette anni a garanzia della stabilità del Paese. Per l'elezione del successore bisognerà attendere altri quattro anni, 2029.
Sarebbe stucchevole avventurarsi in suggestioni anticipate, ma il Quirinale è il Quirinale. Una sorta di Champions League di Palazzo che fa sognare e discutere gli addetti ai lavori per intere stagioni. Una fantaelezione dove si studiano in segreto le mosse di quei politici che ci fanno un pensierino tra ambizioni personali o l'oggettivo possesso di un profilo «quirinabile», un mix complicato tra allure istituzionale, consenso trasversale e curriculum di prestigio.
Non c'è capannello in Transatlantico o cena di partito in cui il tema non venga toccato. Non tanto per gossip, ma proprio perché l'individuazione del candidato giusto richiede passaggi e segnali diluiti nel tempo.
Talvolta sono le stesse figure che ricoprono o hanno ricoperto alte cariche dello Stato ad accennarne con una punta di divertita malizia. Un recente retroscena giornalistico attribuisce a Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera, una previsione neanche troppo sibillina: «La prossima volta potrebbe accadere che un monarchico diventi presidente della Repubblica». Un'allusione ai trascorsi giovanili del vicepremier Antonio Tajani.
Persino Ignazio La Russa, il presidente del Senato, il numero 2 della scala gerarchica istituzionale, ha scherzato di recente sull'argomento: «Io parlo tanto. Ecco perché il presidente della Camera Lorenzo Fontana, che non parla mai, diventerà presidente della Repubblica».
Il toto Colle è troppo intrigante per rispolverarlo ogni sette anni, solo quando è il momento di riunire Camera e Senato in seduta comune per eleggere il nuovo (o la nuova) capo dello Stato. Oggi si celebra Mattarella per il traguardo dei suoi primi dieci anni mentre, con un occhio, si provano a ipotizzare gli scenari futuri. Funziona così.
Un po' come quando viene eletto il Papa e gli esperti si interrogano subito se il pontefice successivo sarà nero, asiatico o italiano.Quattro anni sono davvero lunghi. Ma per i tempi della politica certe scadenze sono già domani.
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