Un tentativo non andato in porto di convincere un consigliere comunale a cambiare casacca, compiuto su richiesta di un amico e senza troppa convinzione: è questo, come emerge dalle carte dell'inchiesta, il reato di tentata corruzione che la Procura di Pavia contesta a Angelo Ciocca, ex eurodeputato leghista e «uomo forte» del Carroccio nella zona. Nel capo di imputazione si legge che Ciocca è indagato insieme al presidente dei costruttori di Vigevano Alberto Righini e alla sua compagna Alice Aldrighetti perchè «Righini chiedeva all'europarlamentare Ciocca di incontrare Luca Battista, sul quale aveva un forte ascendente politico, al fine di offrire per suo tramite alla compagna Emma Stepan, consigliere comunale di Vigevano, la somma di circa euro 15mila (e più) perchè la stessa compisse un atto contrario ai propri dovere, rassegnando le proprie dimissioni (insieme agli altri 12 consiglieri dimissionari) così favorendo la caduta della Giunta comunale di Vigevano; Angelo Ciocca convocava Battista presso il proprio studio professionale Luca Battista riferiva il messaggio a Emma Stepan che rifiutava; Alice Andrighetti, su richiesta del convivente Righini, telefonava a Emma Stepan cercando di convincerla a cambiare idea. Offerta non accettata». Ma il tentativo di reato, secondo i pm, sussiste ugualmente.
Corruzione «piena», invece, quella commessa secondo i pm dal sindaco Andrea Ceffa, che nel tentativo di fronteggiare la congiura ai suoi danni organizzata da Righini si assicura il sostegno della consigliera civica Roberta Giacometti che «per compiere atti contrari al proprio dovere di votare in piena libertà, nell'assicurare il proprio voto in favore del sindaco Ceffa e della relativa maggioranza, e nel non rassegnare le proprie dimissioni, indebitamente riceveva utilità rappresentata dalla sottoscrizione di un contratto di consulenza legale con la società Vigevano Distribuzione Gas, contratto solo formalmente intestato all'avvocato Giorgia Tardino (sua collega di studio, ndr) ma sostanzialmente riferibile a se stessa». Ceffa è stato arrestato perchè secondo i pm «a tal fine sollecitava l'affidamento di un incarico alla Giacometti o comunque a persona indicata dalla stessa», e i vertici della società (anche loro arrestati) eseguiva: e a ogni buon conto «si assicuravano che il contratto prevedesse pagamenti periodici per vincolare nel tempo la consigliera comunale ed evitare successivi ripensamenti». Per avere intestato il contratto alla Tardino, il sindaco e gli amministratori sono accusati anche di falsità aggravata in atto pubblico.
La prossima settimana Ceffa potrà dare la
sua versione ai pm nell'interrogatorio di garanzia. Nel frattempo, come già il vicepremier Matteo Salvini, anche il presidente della Regione Attilio Fontana ha detto «sono convinto che riuscirà a dimostrare la propria innocenza».
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