Quell'incontro segreto tra Berlusconi e Maroni

Quell'incontro segreto tra Berlusconi e Maroni

L'incontro era in agenda per venerdì scorso. Un faccia a faccia in quel di Arcore tra Silvio Berlusconi e Roberto Maroni per concordare una strategia comune in vista del referendum del 22 ottobre. Un quesito, quello sull'autonomia di Lombardia e Veneto, sul quale Forza Italia non vuole restare a rimorchio della Lega, tanto che il simbolo del partito fondato dal Cavaliere sarà in bella mostra sui manifesti per il Sì. Gli azzurri, insomma, sono pronti a mobilitarsi. In particolare in Lombardia, dove Maroni è ben contento di avere il sostegno dell'ex premier. Per una duplice ragione: in primo luogo perché essendo un referendum consultivo la sfida del 22 ottobre è tutta politica e si giocherà sui numeri dell'affluenza. La vittoria del Sì, infatti, è data per scontata e quel che davvero conta è quanti saranno i lombardi che si presenteranno alle urne. Ecco perché il sostegno di Forza Italia è così importante per Maroni che non a caso monitora i dati sull'affluenza con regolarità. Un sondaggio della scorsa settimana commissionato dal Carroccio la dava al 33%, mentre secondo una rilevazione di ieri sarebbe salita al 40%. Il trend, insomma, è decisamente positivo. L'obiettivo del governatore della Lombardia è ovviamente il 50% più uno, una sorta di soglia non solo psicologica ma anche politica. Che, peraltro, gli permetterebbe di non essere da meno rispetto al Veneto di Luca Zaia, dove invece il quorum è previsto e sarà certamente raggiunto.

Ecco, dunque, il perché dell'asse tra Berlusconi e Maroni. Con il governatore della Lombardia che gioca anche una partita tutta interna alla Lega e, per alcuni versi, al centrodestra. Una vittoria schiacciante dei referendum autonomisti di Lombardia e Veneto, infatti, sposterebbe nuovamente il baricentro del Carroccio sui temi cari alla Lega delle origini. Per Matteo Salvini, insomma, diventerebbe più complicato continuare a battere la strada della Lega a respiro nazionale, una battaglia a lui cara ormai da tempo.

È anche in chiave anti-Salvini, dunque, che Maroni sta giocando le sue carte.

Proponendosi come l'uomo della sintesi tra Forza Italia e Lega, visto che è proprio al Pirellone che il governo tiene insieme con successo le diverse anime del centrodestra, compresa Alleanza popolare di Angelino Alfano. A differenza del Veneto, dove Zaia governa con qualcosa di molto vicino a un monocolore.

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